L’ordine delle cose è un film italiano del 2017 diretto dal regista Andrea Segre. Il film è stato presentato, col patrocinio di Amnesty, alla 74esima edizione del Festival del Cinema di Venezia come evento speciale. Segre, durante tutta la sua carriera ha sempre tentato attraverso i suoi documentari, di dare voce e volto, a popoli, culture e etnie collocate ai margini della società. Si vedano i suoi altri lavori documentari come Il sangue verde sugli eventi e scontri avvenuti a Rosarno nel 2010 tra polizia, migranti e cittadini. Oppure, Mare chiuso del 2012 che in parte tratta, con carattere documentario, le stesse dinamiche sull’immigrazione de L’ordine delle cose.
Come consuetudine autoriale di un documentarista alle prese con un lungometraggio di finzione, in questo film costruisce intorno a fatti realmente accaduti una narrazione filmica. All’inizio del film è specificato che «i fatti e i personaggi narrati sono interamente immaginari. È autentica invece la realtà sociale e ambientale che li riproduce».
Fattore non indifferente, perché la posizione del protagonista e le vicende che lo riguardano, riguardano molto da vicino anche noi, anche se con posizioni differenti o magari con la volontà di non voler vedere quanto questi fatti ci tocchino.
Il protagonista, Corrado, è un funzionario del Ministero degli Interni che, grazie alle sue spiccate capacità diplomatiche, viene inviato in Libia per trovare una soluzione o almeno una limitazione agli sbarchi di migranti sul suolo italiano. Corrado, dal carattere algido, a tratti maniacale, distaccato nonostante una famiglia al suo fianco che lo sostenga in ogni sua decisione, cerca di assolvere al compito assegnatogli senza cadere in nessun coinvolgimento emotivo e questo accade finché il suo sguardo non incontra quello di una giovane donna africana.
Forse proprio per sollecitare una riflessione più critica, l’autore ha predisposto per il pubblico in sala un pamphlet, da leggere dopo la visione, utile per aiutarci ad avere un altro punto di vista sul problema dell’immigrazione verso l’Italia e l’Europa del Nord, fornendo una sua ridefinizione ed evitando di trarre conclusioni scontate. Nell’intervento di Igiaba Scego, scrittrice italiana di origine somala, si legge una frase che potrebbe sembrare scontata ma non lo è per niente e ciclicamente bisognerebbe appuntarsela e rifletterci sopra “L’Europa ha dimenticato quando era lei a scappare dalle guerre”. Il sociologo e scrittore Ilvo Diamanti invece, introduce il suo intervento con una considerazione molto attuale “E’ difficile in questi tempi, sottrarsi alla paura degli “altri”.
La riflessione fondamentale, è però nuovamente da trovare nelle parole della Scego: “Va detto chiaramente ai nostri governanti che gli abitanti del Sud non vanno considerati parassiti da fermare ad ogni costo o vittime passive da aiutare. Hanno un passato e possono riavere un futuro”.
(Se qualche lettore volesse leggere il pamphlet completo, è pregato di contattare la redazione. Gli sarà inoltrato gratuitamente).
È possibile acquistare o noleggiare il film, sulle principali piattaforme digitali (iTunes, Chili Tv, Google Play) oppure acquistare la copia fisica in DVD presso rivenditori autorizzati (Ibs).
Inoltre è possibile partecipare attivamente, prendendo parte alle iniziative, proporre incontri sull’argomento, attraverso il portale https://pclodc.blogspot.it/. Il “Forum Per Cambiare l’ordine delle cose” è un movimento di opinione costituito nel dicembre 2017 da decine di cittadini italiani e non, preoccupati per la deriva di violazioni e tensioni sociali legate alle politiche migratorie europee, ed è molto attivo sul territorio periferico di Roma.