Dobbiamo per prima cosa inquadrare le criticità del VI Municipio per poter capire la problematica delle aggressioni. Il VI Municipio data la sua densità e vastità demografica, è un vero e proprio “laboratorio sociale”, ci può raccontare quello che probabilmente sarà la futura Città Metropolitana dei prossimi venti anni. Ha una popolazione in crescita costante, una forte presenza di immigrati e stranieri (sia regolari che non regolari), si attesta al primo posto per popolazione giovanile e per la presenza di famiglie con disabili in casa sia di tipo neurologico che motorio. Gli indici di deprivazione economica sono molto forti e sono la causa di un cospicuo bacino di “miseria culturale” e di un alto tasso di abbandono scolastico da parte dei minori (con punte anche del 20%) e ne consegue una forte presenza di attività nel campo della criminalità e degli stupefacenti con molti detenuti agli arresti domiciliari. Il fenomeno delle aggressioni rappresenta una spia preoccupante delle tensioni sociali che aggrava insieme alla crisi occupazionale e familiare la realtà sociale cittadina soprattutto nel VI Municipio
Entrando nel merito, le aggressioni fisiche e verbali sono in forte crescita nel PS del PTV Policlinico Tor Vergata e richiedono verso il contuso interventi medici sia a scopi clinico-terapeutici che certificativi medico legali. È stimato che siano in un numero annuo oscillante tra gli 800 e le 1.000 aggressioni. Esse interessano minori e adulti di entrambi i sessi ed hanno un grado di severità molto variabile.
Le aggressioni che si registrano sono di ogni tipologia: a partire da quelle semplicemente verbali, tipiche di contrasti familiari, condominiali, o stradali, che se non sedate possono diventare pericolose in quanto premonitrici di possibili aggressioni fisiche vere e proprie, spesso con esiti seri e a volte permanenti.
Le parti del corpo più colpite nelle aggressioni fisiche secondo i referti di pronto soccorso, sono la testa, la faccia e il collo, seguono il tronco e gli arti: le armi contundenti più usate sono bastoni , lame, armi da fuoco, sebbene quest’ultime assai più rare fortunatamente. Questo genere di aggressioni possono anche avere conseguenze potenzialmente letali per la vittima.
Dal punto di vista legislativo il medico di Pronto Soccorso dopo aver constato un aggressione è tenuto a comunicarla di rito alle Autorità Giudiziarie, mentre servirebbe a mio parere, nei casi più problematici, una maggiore e più intensa collaborazione tra Forze di Pubblica Sicurezza, Ospedale, Asl e Municipio (con intervento delle Scuole per i casi che coinvolgono i minori), visto che molte di queste aggressioni necessitano di risposte Sociali oltre che Sanitarie, ed una corrispondenza tra Ospedale e Servizi Sociali Comunali e Municipali renderebbe il tutto più efficace.
Attualmente non esiste nulla di simile sul piano del supporto psicologico post-aggressione né su quello sociale. Le Istituzioni pubbliche potrebbero collaborare di più tra di loro nel VI Municipio. A questo fine si potrebbero stabilire dei tavoli tecnici, tra le parti interessate, prima di tutto per la conoscenza del fenomeno e poi per il coordinamento ed eventuali interventi pubblici.
Dott. Francesco Russo
Medico – Chirurgo
Dirigente Medico
Delegato del Magnifico Rettore
Università di Roma Tor Vergata