Si parla tanto di degrado, di abbandono dei quartieri della periferia e del loro declassamento a zone di serie b. Se ne parla sì, ma forse non abbastanza. Noi oggi vogliamo attirare l’attenzione sul quartiere Villa Verde, situato in un settore urbano di pregio archeologico e ambientale, che andrebbe valorizzato, mentre invece soffre di problematiche annose che, come cittadini riuniti in comitati e associazioni abbiamo portato avanti negli anni con esposti e denunce spesso cadute nel vuoto nelle more della burocrazia. Tanto per fare un accenno al passato, al fine di testimoniare la sua importanza, esso è compreso in quell’area del Lazio Antico su cui sorsero i primi insediamenti dell’età regia, legati all’attività agricola. La presenza dell’uomo in questa zona, almeno sin dall’epoca romana, è attestata dalla presenza di resti di vario genere: ville, cunicoli, tombe, cisterne. In alcuni casi il rinvenimento di strutture murarie di epoca romana nel corso di lavori di costruzione si è tradotto nella loro distruzione e dispersione. Ha resistito però, al logorio del tempo e degli uomini una cisterna, che molto probabilmente faceva parte di una villa romana di epoca imperiale, andata perduta a causa di crolli, che purtroppo versa attualmente nel più completo abbandono. Da questa prospettiva lo sviluppo del territorio dovrebbe andare di pari passo con la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale, con finalità di utilità sociale. Il quartiere, come quelli limitrofi, Villaggio Breda, Fontana Candida e Gaia Domus, hanno la tipologia di quartieri residenziali dove tutte le abitazioni sono di due o tre piani. Questo perchè, nel 1939 quando venne costruito il Villaggio Breda, vicino all’omonima fabbrica militare, la preoccupazione principale del progettista (Arch. Roberto Nicolini) fu quella del rispetto del paesaggio, della vita sociale, della integrazione degli abitanti. Il contesto odierno, però, segna un vistoso degrado, strutturale per quanto riguarda la viabilità e servizi, ambientale per l’incuria verso la salvaguardia e la tutela del territorio. Un esempio eclatante è la scarsa manutenzione delle strade, soprattutto delle due arterie principali: Via delle due Torri e via del Torraccio, tappezzate da enormi buche simili a crateri. Accanto, viaggia il discorso dell’arredo urbano, che interessa anche gli interventi sui giardini di via delle due Torri dove già esiste un campo da tennis per cui ci piacerebbe vedere installate delle giostrine dopodiché, i tanti vialetti ormai coperti di sterpaglie, cosparsi di asfalto-graniglia. Naturalmente, bisognerà pensare anche a barriere e panchine. L’elenco delle cose da fare per rendere vivibile al meglio il quartiere, sarebbe troppo lungo per cui ci limitiamo a segnalare per adesso solo le emergenze: ridisegnare la segnaletica in quanto le strisce si sono scolorite; messa in sicurezza delle strade con para-pedonali e sensi unici; studiare il modo di superare il pericolo costante nell’incrocio di Via Gagliano del Capo con Via Campi Salentina; il problema di via Nociglia, sempre al buio; il problema delle fogne.
Livia De Pietro
(resp. Culturale c. d. q. Villa Verde)