Flavio Olivieri è un pilota romano “nato” sportivamente sulla Pista d’Oro, come tanti piloti del Centro Italia, come Giancarlo Fisichella: ultimo italiano ad aver guidato una Ferrari in Formula 1. La storia di Flavio Olivieri con il kart è iniziata, come avviene nella maggior parte dei casi, per gioco; un gioco che ben presto è sfociato in qualcosa di ben più serio e professionale. Ad aver guidato Flavio nel muovere i primi passi con il karting è stato un volto noto nell’ambiente, Maurizio Alosa, romano anch’egli, che ha vinto tanto con tanti piloti, tra i quali vale la pena ricordare Arnaud Kozlinski, Bas Lam- mers e Jonathan Thonon.
E’ il 2015, Flavio Olivieri ha 8 anni e su un kart 50cc rosso copre i primi chilometri alla Pista d’Oro su gentile concessione della proprietà dell’impianto, chiuso ormai da diversi anni. Il tempo passa, le giornate in pista aumentano e il “cinquantino” rosso inizia a stargli stretto. Papà Alberto allora compie la prima scelta importante per il futuro spor- tivo di Flavio, mettendogli a disposizione un Tony Kart motorizzato LKE. Pur non arrivando ancora ai pedali, Flavio dimostra al mentore Alosa di saperci fare e così si arriva al secondo capitolo della storia, la prima gara, su un’altra pista laziale: il kartodromo di Artena. In poco più di un anno il ragazzino cresce, fisicamente e sportivamente, tanto da convincere chi lo segue a fare il salto nella mini kart nazionale; la prima grande svolta sportiva per ogni pilota.
Dopo aver utilizzato il 2017 per assestarsi e prendere le misure della concorrenza, dopo il team Revolution ed Evo Kart, Flavio Olivieri ha deciso di puntare su Italcorse dei fratelli Mizzoni per cercare i primi successi importanti. Più alto è l’obiettivo, maggiore è lo sforzo; Flavio e Alberto lo sanno. E’ per questo che il giovane è stato affiancato alla figura di Simone Angelini, coach e meccanico che vanta esperienza internazionale, e ad una struttura, la Real Karting Simulator Pro, che grazie alla realtà virtuale gli consentirà di affinare le proprie doti velocistiche e di conoscere tutti i segreti delle piste. Alla prima con i colori Italcorse, a Siena in occasione della seconda tappa della Rok Area Centro, Flavio ha ottenuto la 3a piazza assoluta nonostante un motore standard, in gergo “di cassetta”, segno che la direzione è quella giusta. Per conoscere meglio Flavio abbiamo chiesto di lui proprio a Maurizio Alosa.
Com’è iniziata la storia di Flavio nel kart?
«Il tutto è iniziato nel 2015. Conoscevo Alberto e la sua famiglia da molto prima che nascesse Flavio; spesso mi chiedeva del mio lavoro e, quando veniva in officina, rimaneva sempre colpito dai mezzi che avevo. Flavio era davvero piccolissimo e a malapena arrivava ai pedali. Ci facemmo aprire la Pista d’Oro per l’occasione, che per me è l’unico luogo valido per il battesimo sportivo».
Come andò in pista?
«Lo affiancai in bici e lo seguii passo passo, qualche giro e non gli stavo più dietro… e aveva un cinquantino! Sin da subito denotava una grande capacità di apprensione. Ben presto il 50cc iniziò a stargli stretto e optammo per un 60, un Tony Kart motorizzato LKE. Flavio però era fisicamente molto piccolo e necessitava di un sedile fatto a misura per lui. Partimmo alla volta di Viterbo, una volta salito, vi assicuro che non voleva più scendere. Da lì alla prima gara ad Artena il passo fu breve. Purtroppo a causa del mio impegno in pista sono stato costretto a farmi da parte, ma non perdo mai occa- sione per informarmi sui suoi progressi».
Dal 2015 ad oggi, ovvero il 2018, sono cambiate tante cose; vicino agli 11 anni Flavio si appresta a vivere l’ultimo periodo in Minikart. Quanto lo ha arricchito questo quadriennio? Qual è il ricordo che porti con te ogni volta che abbassi la visiera?
«La prima volta con Maurizio Alosa, mi dava molta sicurezza averlo lì affianco a me, anche se non nascondo che ogni tanto avevo paura di urtarlo. Sin dall’inizio, però, ho avuto molto feeling con lui; parlava, apprendevo, miglioravo. E’ stata una persona davvero importante per me».
Veniamo al 2017, la prima gara di caratura internazionale è stata la WSK Champions Cup. Com’è andata?
«Avevo molta tensione, non ero tranquillo. Questo ha influenzato molto il risultato, ma posso assicurare che è soltanto un lontano ricordo. Nel tempo ho sviluppato le mie virtù, come la tenacia nei duelli, e ho capito che il mio punto debole è la qualifica sulla quale sto lavorando molto anche al simulatore. Con la Real Kart Simulator Pro ci impegniamo tutte le settimane per smussare le imperfezioni. Se funziona? La pole position alla WSK Super Master Series lo dimostra».
Qual è l’obiettivo per il futuro?
«Imparare, imparare e ancora imparare. La categoria Mini serve a questo».
Che ne pensa papà Alberto?
«La soddisfazione più grande per me è vedere i suoi occhi quando scende dal kart. Questo ripaga di tutti gli sforzi che facciamo e che fa. Per un ragazzino andare via da casa il mercoledì e molto spesso stare via due settimane di fila non è facile. Flavio lo fa senza problemi, anzi, proprio non riesce a farne a meno e quando ci sono delle pause molto lunghe sembra quasi soffrire. Non so dove arriverà o quanto vincerà, ma per me la vittoria più grande sarà sempre la sua felicità».
Flavio Olivieri, insomma, è proprio un ragazzo d’oro. Su di lui, oltre ad Alberto e Maurizio, ci ha scommesso anche Antonella Murzilli, amministratrice dell’Althouse, società leader nella gestione stabili della Capitale.