Accanto alla parola Bitcoin in questi ultimi mesi troviamo associate sui media altre parole, come Bolla, grande Speculazione, ICO e tante altre ma di quest’ultima molti non conoscono neanche il significato. Un ICO (significato letterale Initial Coin Offering) in poche parole è la campagna di raccolta fondi che servono all’impresa per finanziare il suo progetto, avviarlo e portarlo a regime. Dal punto di vista tecnico l’Initial Coin Offering (ICO) è l’equivalente in criptovaluta di un’offerta pubblica iniziale (IPO), in cui un’azienda passa dallo stato privato a quello pubblico vendendo azioni. Questa richiesta di finanziamento è tipicamente fatta per ottenere fondi senza la necessità di andare in una Venture Company (VC) o in una banca.
Quindi per dirla in parole semplici, un gruppo di persone motivate da uno stesso obiettivo decidono di realizzare un progetto che per ragioni di sicurezza, trasparenza e senza intermediari sia funzionante con la base tecnologica del blockchain (ricordate? Quella del BitCoin). Il progetto dovrà essere dettagliato su un documento che è chiamato “white paper” dove sono descritte le funzionalità, gli obiettivi, i tempi di realizzazione, la squadra che ci lavora e le modalità della raccolta dei fondi. Il finanziamento del progetto avviene tramite un meccanismo molto originale: la fondazione crea un certo numero di monete digitali (per esempio 100 milioni di monete) con un valore nominale definito (per esempio 0,20 euro) e questo determina il valore del progetto dato dalla fondazione (0,20 x 100 milioni = 20 milioni di euro). A questo punto si dovrà fare una campagna promozionale per far conoscere l’iniziativa agli investitori che potranno finanziare il progetto acquistando le monete emesse. Per invogliare gli investitori le monete vengono offerte in più fasi con uno sconto decrescente ossia vengono premiati quelli che investono per primi. Per essere più chiari facciamo un esempio reale. Sta per essere lanciata una ICO per un progetto che prevede di realizzare un “libretto veterinario per animali domestici” e la vendita di una medaglietta con GPS per tracciare gli spostamenti del proprio animale ma anche per essere avvisati quando si allontana. Questa ICO prevede di creare 50 milioni di monete del valore di 0,45 centesimi di euro. Gli investitori che credono nel progetto potranno fare un versamento in euro dell’importo che intendono investire direttamente sul sito della fondazione che sta effettuando l’ICO e in cambio riceveranno tante monete (con lo sconto del valore iniziale del 35%) pari a quanto investito, ossia per 1000 euro con la moneta che costa 0,2925 (0,45 euro meno lo sconto del 35%) riceveranno 3418 monete digitali. Alla fine dell’operazione ICO, l’investitore ha nel suo portafoglio 3418 x 0,45 = 1538 euro fermo restando il valore della moneta che inizialmente è stato stabilito in 0,45.
La possibilità di accedere alla piattaforma ed avere il proprio libretto veterinario digitale è completamente gratuita e quindi questo fa prevedere un grande numero di utenti che utilizzeranno questo servizio. È presumibile che una buona parte di questi vorrà utilizzare gli atri servizi presenti o acquistare prodotti sulla piattaforma offerti dai fornitori a prezzi di favore riservati agli iscritti: prima fra tutti, la medaglietta, un gadget importante per la sicurezza dell’animale. Un mercato globale è quello a cui si rivolgono le ICO e in questo caso abbiamo che il bacino di utenza degli animali domestici è di 15 milioni in Italia e 650 milioni nel mondo senza contare cavalli e mucche per altri 1200 milioni di capi. Un business da capogiro!
Perché investire? Cosa ci guadagnano gli investitori?
Un buon progetto che risolve dei problemi importanti sarà utilizzato da tantissimi utenti e quindi grandi fatturati per la vendita di prodotti e servizi e in più tutto questo movimento produrrà una grossa richiesta di monete che per la legge della domanda e dell’offerta probabilmente aumenteranno di valore. Alcune ICO sono iniziate con un valore di pochi centesimi per la moneta distribuita e dopo un mese si erano quintuplicate di valore, alcune anche 20 volte. Ma non è tutto oro quel che luccica: infatti ci sono ICO che sono state avviate da gruppi disonesti che praticamente hanno raccolto soldi e poi non hanno realizzano il progetto oppure ICO che per incapacità non rispettano i tempi e vanno verso il fallimento. Questa è una materia ancora non regolata dalle leggi nazionali e pertanto è considerato comunque alto rischio partecipare. Per valutare un ICO non è sempre facile: bisogna fare attenzione ad alcuni parametri: uno dei più importanti è il gruppo di lavoro. Ci vuole trasparenza e quindi i CV e le foto aiutano molto, una ricerca su linkedin per verificare le identità, andare a vedere la presenza di attività nei social e in github.
Questo è davvero un momento entusiasmante per il settore FinTech, un mercato veramente globale, in cui tutto ciò che serve è una nuova idea e persone capaci di trasformarlo in realtà. Nessuna tariffa o intervento governativo, gli intermediari sono ridotti al minimo e i gestori in eccesso resi obsoleti dall’automazione.
Questo è un mondo ancora tutto da scoprire, da un lato affascinante ma anche molto pericoloso. Siete tutti avvertiti!