Ogni giorno siamo ormai abituati a vedere il degrado presso le campane per il vetro che sono sommerse alla base da qualsiasi genere di immondizia e rifiuti, abbandonati selvaggiamente sui bordi delle strade nonché altrettanti rifiuti che compongono delle vere e proprie discariche a cielo aperto, per cui l’AMA è sempre costretta a intervenire contro questo fenomeno che rappresenta la negligenza delle persone, incuranti delle regole e del bene comune. Il nostro viaggio nella “Terra dei Fuochi” del VI Municipio di Roma Est comincia da Via Sant’Alessio in Aspromonte.
Via di Rocca Cencia è un rettilineo di strada che collega la Via Casilina alla Via Prenestina. Percorrendo la strada si possono fare piacevoli incontri, dalle ragazze che dai marciapiedi ammiccano l’occhio agli automobilisti, al furgoncino di street food parcheggiato nei pressi dello stabilimento dell’AMA. Una delle arterie di Via Rocca Cencia è Via Sant’Alessio in Aspromonte. E’ facile riconoscerla perché in realtà si tratta di un viale di cipressi alti e schietti sistemati in duplice fila, nulla a che vedere con quelli tanto decantati da Giosuè Carducci nel poema “Davanti a San Guido” . E’ impossibile sedersi all’ombra di questi alberi e ancora più improbabile è sentire l’odore del mare trascinato dal maestrale. In questo posto non c’è nulla di poetico ma soltanto tanto degrado.
Ogni giorno ai piedi degli alberi viene scaricato di tutto eppure lungo questo viale ci sono le case, i terreni agricoli, bestie al pascolo e in fondo alla strada le attività industriali. Cosa respira la gente che abita in questo posto? Da decenni gli abitanti vivono con i rifiuti sotto casa. A incentivare questo fenomeno sembrano essere scaricatori abusivi che magari, per mettersi in tasca qualche euro in più, “smaltiscono” rifiuti sulla strada invece di consegnarli ai centri di raccolta adeguati. La situazione diventa grave quando qualche scellerato decide di dare fuoco all’immondizia liberando nell’aria fumi dannosi per la salute.
All’ombra degli alberi vengono lasciati materassi, frigoriferi, televisori, calcinacci, scarto industriale. E’ impossibile stimare la quantità di immondizia presente lungo il viale. Se si posa lo sguardo oltre il bordo della strada si vede che molta spazzatura è diventata un blocco integro con la vegetazione spontanea. La presenza di sacchi neri mette un po’ d’ansia perché non si riesce ad identificarne il contenuto e potrebbero contenere di tutto. Nonostante le case adiacenti sembrino disabitate, l’immondizia depositata all’esterno degli alti muri di recinzione denota la presenza dell’essere umano che preferisce mantenere l’anonimato. Sui citofoni non è presente nessun nome, eppure oltre quelle cinture di cemento armato c’è vita. Definire questo tratto di strada la terra di nessuno è un complimento. I gas tossici sprigionati quando l’immondizia viene bruciata sono nauseabondi. Ma questa gente è consapevole del rischio che corre? Si tratta di case abusive che appartengono agli zingari, che probabilmente incrementano il presente scempio. Via Sant’Alessio in Aspromonte è sicuramente una delle più notevoli e importanti discariche abusive del VI Municipio. La quantità di rifiuti si ingrossa giornalmente.
Non è la prima volta che la situazione di degrado che persiste viene segnalata alle autorità. Già in passato i cittadini avevano denunciato lo stato di abbandono di rifiuti di ogni tipologia. Una situazione drastica e preoccupante segnalata da anni dai cittadini e dalle associazioni agli enti preposti. Una pronta risposta si è avuta a giugno del 2014 quando gli agenti del P.I.C.S. (Pronto Intervento Centro Storico) della Polizia Locale di Roma Capitale e le squadre Linea Decoro dell’AMA hanno bonificato tutta l’area denunciata. Da quel giorno è calato il silenzio e si è ripreso imperterrito lo scarico abusivo di materiali inquinanti, rifiuti ingombranti e spazzatura di qualsiasi genere. Purtroppo chi appicca i roghi non si rende conto dell’entità del danno e delle problematiche ambientali, salutistiche e sociali che va ad innescare. Ogni volta che in Via Sant’Alessio in Aspromonte viene dato fuoco ai cumuli di spazzatura, nell’aria si liberano pergolato, mercurio, gas vari che incentivano malattie più o meno gravi, da dermatiti a problemi respiratori, occhi arrossati e gola irritata, fino al cancro. La procura di Roma in passato ha aperto tre fascicoli di indagine sulla contaminazione da rifiuti. Il primo fascicolo riguarda la possibilità che sotto terra siano nascosti rifiuti pericolosi. Il secondo fascicolo considera sversamenti abusivi da parte degli insediamenti industriali e il terzo fascicolo interessa l’eventuale presenza di solventi nei pozzi. I quartieri interessati fanno parte del versante Est di Roma appartenenti al VI Municipio e comprendono Finocchio, Castelverde, Case Rosse, Lunghezzina, Ponte di Nona, Colle del Sole. Nonostante in passato i terreni adiacenti a Via Sant’Alessio in Aspromonte siano stati sequestrati, le pecore ancora oggi brucano sull’area contaminata dalla combustione dei rifiuti e i campi agricoli continuano a produrre alimenti che possono essere venduti direttamente dal produttore come biologici. Non è un giorno che cittadini e associazioni chiedono a gran voce un’operazione di bonifica, perché a preoccupare la gente non sono soltanto le montagne di spazzatura che emergono dal suolo, ma la bomba tossica che potrebbe essere nascosta sotto terra.
Fabiola Lucidi