Dall’esterno si scorge un’insegna, posizionata in alto all’ingresso di entrata che riporta la scritta: River Village. Non si tratta di un villaggio turistico ma di un alloggiamento nomade. Il Camping River si trova in Via Tenuta Piccirilli nella zona nord di Roma. Il 26 luglio mattina il Comandante Antonio di Maggio ha coordinato una squadra di 150 vigili per sgomberare l’insediamento con i blindati della Polizia di Stato, i Carabinieri, gli assistenti sociali del Campidoglio e gli operatori dell’Ama. Alle 9.28 Matteo Salvini ha twittato: «È in corso lo sgombero del campo Rom Camping River di Roma. Legalità, ordine e rispetto prima di tutto!» Dopo qualche ora gli occupanti del villaggio hanno liberato l’area interna, una parte è rimasta all’esterno manifestando la volontà di non allontanarsi. I problemi igienico-sanitari riscontrati nell’insediamento nomade stavano mettendo a rischio lo stato di salute degli stessi abitanti, per questo motivo il Camping River è stato definitivamente chiuso. Alcuni occupanti hanno dichiarato di essere stati cacciati dalle forze dell’ordine in malo modo, secondo i vigili tutto è avvenuto in forma pacifica. Alcuni nuclei familiari sono stati trasferiti in strutture di accoglienza di Roma Capitale altri hanno deciso di rientrare nei loro Paesi di origine, altri ancora hanno chiesto agli operatori del Comune informazioni riguardo l’inclusione abitativa e lavorativa. Lo sgombero del Camping River nei giorni antecedenti l’evacuazione è stato messo a rischio dallo stop imposto dalla Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo dopo che tre ospiti del campo avevano presentato ricorso sostenuti dall’Associazione 21 Luglio. Su Twitter Virginia Raggi ha scritto: «La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ci dà ragione. Lo sgombero al #CampingRiver è corretto. La “terza via” per il superamento dei campi rom è giusta. Fermezza, legalità e tutela dei diritti delle persone». Per la Sindaca non è accettabile finanziare posti come il Camping dove oltre a ghettizzare la gente non si tutelano i diritti di bambini, donne e uomini, inoltre per il loro mantenimento vengono sperperati centinaia di milioni che potrebbero essere investiti diversamente. L’episodio del Camping River non è un caso isolato, in futuro altri insediamenti nomadi potrebbero scomparire, solo in questo modo è possibile mettere fine ai roghi tossici e al traffico illecito di rifiuti, garantendo maggiore tutela e diritti alle persone nella legalità.