Nel comparto R8 di Tor Bella Monaca le facciate dei palazzi si stanno tingendo di colori. Grazie al progetto Big City Life, dal titolo “Moltitudini” il grigio cupo delle facciate sarà solo un lontano ricordo. Alcuni street art daranno sfogo alla loro creatività decorando il comprensorio di case popolari. Il primo a iniziare il processo di musealizzazione in Largo Ferruccio Mengaroni è stato Diamond.
Diamond nasce a Roma nel 1977. Fin da piccolo, secondo i racconti di sua madre, riempie di scritte e scarabocchi il corridoio di casa, con l’età cresce il suo senso innato di voler lasciare traccia del suo passaggio là dove non si può. Ad influenzare il suo percorso artistico sono sua madre, in quanto amante della grafica “art nouveau” e suo padre, un collezionista di fumetti underground degli anni 60-70-80. Dopo aver frequentato il liceo artistico, conclude gli studi all’Accademia delle Belle Arti di Roma. E’ all’età di 12 anni che manifesta interesse per i graffiti e i tag che incontra per strada. Li osserva, cerca di coglierne l’essenza, s’informa, poi decide di abbracciare questo fenomeno artistico. All’inizio gli procura alcuni guai, incorrendo in situazioni spiacevoli, poi da queste esperienze negative, senza cambiare il suo modo di esprimersi, decide di lasciare i tag e passare al disegno. I murales in stile art nouveau di Diamond si possono incontrare su un muro di contenimento del G.R.A., a Tor Marancia, nelle stazioni della metro B, nei pressi della Città del Vaticano, a Villa Pamphili, alla Garbatella, al Quartiere Ostiense, a Casal Bertone, alla Sapienza, a Colle Prenestino, a Cinecittà, nelle zone limitrofe il centro storico di Roma e ancora Russia, Regno Unito, Olanda, Germania, Spagna e Portogallo.
La scelta del nome d’arte non è casuale. Il diamante è una pietra con tante sfaccettature e si avvicina molto alla sua personalità umana e artistica. Le sue opere messe una di fianco all’altra sono così diverse che nemmeno sembra che siano state realizzate dalla stessa mano. La “schizzofrenia” che pervade il suo lavoro rientra in qualche modo nelle sfaccettature del diamante e da qui il nome d’arte Diamond. Il soggetto predominante delle sue opere è la donna calata in atmosfere cupe e altrettanti soggetti decorativi con richiami al simbolismo, in particolare quello storico di fine 800.
Il murales che l’artista ha raffigurato sulla parete di uno dei palazzi del comprensorio R8 s’intitola “No Surrender” che significa “Non Arrendersi”. L’opera non passa inosservata: uno sfondo rosso dove è raffigurato un soggetto femminile con un coltello puntato alla gola. Qual è il significato che l’artista intende far passare con questo disegno? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui. “L’intento era di raffigurare con una metafora l’umanità impersonificata dalla donna) costantemente minacciata da una società che ha perso ogni tipo di umanità e di pietà. La donna col coltello alla gola rappresenta tutti noi che a volte non abbiamo scelta: se non hai un lavoro sei un senza tetto, se non paghi non hai una casa, se non hai un soldo ti levano tutto… e così via. Questa ” minaccia quotidiana” a tutti noi è rappresentata dal coltello. Il messaggio è di reagire, a questa oppressione, di rispondere con dignità a quello che oggiggiorno la società ci costringe, ovvero a produrre/consumare/crepare.” Per quanto riguarda la scelta dei colori rosso-nero l’artista ha precisato: “Conoscendo l’opera degli artisti che mi avrebbero affiancato successivamente volevo distinguermi a livello cromatico, in quanto loro faranno sicuramente dei dipinti coloratissimi. Per me è il colore della passione e del sentimento (pathos) e soprattutto richiama immediatamente la retina dell’occhio umano”. Il murale come in molti hanno notato è la copertina dell’album “7 vizi Capitale” del cantautore romano Piotta: “Per me è e rimane, un ‘opera nuova, una delle mie preferite (la versione cartacea è esposta a Parigi), quando Tommaso (Piotta) la scelse per la sua copertina era già nel mio cassetto e la tiratura di quel disco non supera i 100 esemplari, quindi per me non era mai stata ” veramente ” divulgata al pubblico, ed era ora che la vedessero in più persone […] il riferimento alla serie Suburra non c’è, non è mai stata mia intenzione associare la serie al quartiere di Tor Bella Monaca”. I “muri “di Diamond viaggiano su internet e in tanti li vedono, ma quasi nessuno conosce il luogo dove sono stati dipinti, in questo caso speciale l’artista ha voluto scrivere il nome di Tor Bella Monaca a chiare lettere in modo che sia universalmente riconosciuto. Dopo la realizzazione di questo progetto vedremo probabilmente un’altra opera di Diamond sulle pareti di un centro anziani di Roma. E pensare che tutto è iniziato con degli scarabocchi sulle pareti del corridoio di casa.