La denominazione “Scuola Popolare di Musica” è ormai una costante e un’istituzione in città o, per meglio dire, in aree metropolitane dove la carenza di servizi si fa sentire come, per esempio, in periferia. Un progetto, una sfida diversa in un territorio dove l’attenzione è giustamente concentrata su problemi reali, ma a volte forse troppo strumentalizzati secondo le esigenze di parte.
Il termine “Scuola Popolare” è fittamente abusato, ma nasconde in sé quello che a Roma ha significato crescita culturale e ha portato realtà come Testaccio, Donna Olimpia e Villa Gordiani, per citare alcune delle storiche scuole popolari di musica romane, a crescere fino a collaborare con istituzioni e organismi internazionali, ma soprattutto ha significato quello che è più importante: dare la possibilità a giovani e meno giovani, professionisti e dilettanti di fare un percorso formativo di livello a costi fortemente contenuti.
La prima è la scuola popolare di Testaccio che nasce nel 1975 in un contesto di rinnovamento culturale in una città che, dopo anni, si libera di amministrazioni che mostravano poca sensibilità verso il lavoro di socializzazione e, soprattutto, incuranti dell’importanza degli spazi “collettivi” che erano, di conseguenza, a gestione esclusiva di parrocchie, sedi di partito e sindacati.
Testaccio annovera tra i suoi primati quello di aver sottratto lo spazio alla malavita locale che adoperava i locali del dismesso mattatoio comunale come deposito per le proprie attività illecite, un’opera allo stesso tempo sociale e di recupero urbano. I locali vennero poi ristrutturati e da allora oltre 1000 persone l’anno trovano una residenza educativa e ludica a prezzi moderati.
“La Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia nasce a Roma nel gennaio 1976 dall’incontro di alcuni giovani musicisti e studenti di musica con gli operatori del Centro di Quartiere Donna Olimpia, all’interno del complesso delle case popolari chiamato I grattacieli e descritto da Pier Paolo Pasolini in “Ragazzi di vita”. Dopo un periodo di gestione interna al Centro di Quartiere come Circolo Arci, la Scuola viene legalmente costituita il 23 gennaio 1980”.
Questo invece recita il manifesto di presentazione sul WEB alla voce Scuola Popolare Donna Olimpia. Monteverde, quartiere allora al limite tra la periferia e centro, ospita questa esperienza in piena convivenza con una città che sta espandendosi e che vedrà, di lì a poco, un crescente esodo verso la provincia, per i più fortunati, e la periferia estrema, visti i costi più contenuti delle abitazioni e la possibilità di costruire abusivamente, per gli altri. Ma la caparbietà degli operatori di Donna Olimpia e la proposta didattica porterà questa realtà ad avere in 40 e passa anni circa 40000 allievi e decine di formatori, nonché un riconoscimento istituzionale di tutto rispetto.
Nel 1979 invece nasce la Scuola Popolare di Musica di Villa Gordiani, vero quartiere periferico che ha sede sulla Prenestina. Solido baluardo culturale e formativo, la Scuola Popolare di musica di Villa Gordiani ha rappresentato il punto di riferimento per migliaia di persone, studenti, lavoratori, bambini e pensionati che non potevano, allora come oggi, raggiungere il centro, a causa dei problemi logistici che tutti conosciamo. La loro pagina WEB così recita:
“Facciamo didattica musicale dal 1979, abbiamo formato bambini curiosi felici di conoscere uno dei giochi più belli del mondo: quello di sperimentare la propria musicalità; abbiamo formato ragazzi talentuosi e adolescenti che desideravano formare una band; abbiamo formato adulti che da giovani sognavano di esibirsi su un palco; abbiamo formato pensionati che volevano continuare a vibrare d’emozione… Ma soprattutto abbiamo formato allievi che della musica hanno fatto una professione! E siamo rimasti in contatto con la maggior parte di loro, perché ci hanno mandato un amico, un figlio, un nipote; perché sono tornati come insegnanti o anche perché passano semplicemente a salutarci.
Da qui il bisogno e la curiosità di poter pensare, anche se in piccolo, che il territorio del VI Municipio potesse avere una possibilità come questa”.
La Scuola popolare di Musica di Torre Spaccata nasce invece nel maggio del 2018 dall’iniziativa di alcuni cittadini Romani che desiderano assicurare un’educazione musicale ai loro figli e, nel contempo, valorizzare una zona popolare che da più di trent’anni è abbandonata a sé stessa. Oggi, la scuola è tra le più giovani realtà musicali accessibili a tutti con un contributo di partecipazione per l’appunto “popolare”.
Piano formativo
La Scuola popolare di musica di Torre Spaccata si pone come obiettivi e finalità quella di favorire l’educazione musicale dei giovani, giungendo poi ad ampliare la propria proposta su più livelli:
lo sviluppo e il perfezionamento dei talenti artistici di qualunque livello ed età, in un panorama di respiro nazionale ed internazionale; la promozione di momenti di socializzazione attraverso il “far musica” e alla diffusione anche attraverso l’organizzazione di eventi e concerti della letteratura musicale lirica e strumentale e di momenti di solidarietà e di crescita personale.
Queste finalità si perseguono tramite definiti percorsi di alto profilo qualitativo, con particolare impegno nel sostenere e aumentare la soddisfazione degli allievi, leggendo con attenzione viva e con motivazione profonda i loro bisogni, le loro aspettative, i loro sogni. Ma anche nell’adeguarsi costantemente ai mutamenti e alle esigenze della società e del settore di riferimento per realizzare un continuo miglioramento della propria offerta
Altrettanto importante è il coinvolgimento attivo di tutti coloro che collaborano con la Scuola Popolare di Musica di Torre Spaccata, poiché l’affermazione dei valori e delle professionalità della Scuola non è l’esito di un impegno individuale, ma il frutto di un lavoro dell’intera organizzazione, in cui il contributo di ciascuno è essenziale. Contemporaneamente all’Ex Mercato esiste anche un progetto di creazione di laboratorio teatrale, che parallelamente crea un altro servizio nella zona.
Presto su queste pagine interviste e articoli sui protagonisti della scena musicale e culturale romana, dai più affermati agli emergenti, dai promotori di iniziative artistiche e educative, ai semplici appassionati, poiché pensiamo che un modello di società più attenta e meno avvezza al qualunquismo dilagante possa far bene a tutti, un modello che non piace ai detrattori delle positività che alimentano il degrado, con la speranza di avere un esercito di “Uomini e donne senza speranza e obiettivi” così da favorire paure e divisioni, da cui trarre vantaggio.
Una frase di Calvino ancora attuale per concludere,“Contano due principî: non farsi mai troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire”.
CLAMA CULTS E CALPURNIA