Con le buche i romani ci stanno facendo l’abitudine, oramai le conoscono talmente bene che riescono pure ad evitarle mentre con la spazzatura purtroppo i romani non riescono a conviverci e le discussioni ruotano sempre attorno alla solita domanda: chi è il responsabile di questo degrado? Se il Presidente del III Municipio Giovanni Caudo si ribella al pagamento delle bollette Ama e invita i cittadini a consegnarle al Campidoglio, dall’altra c’è Salvini che torna a parlare di inceneritori.
La Sindaca Virginia Raggi di recente è stata ospite del programma Porta a Porta di Bruno Vespa e fra i tanti argomenti affrontati, è tornata a parlare di spazzatura per strada, smaltimento rifiuti e differenziata. Qualche tempo fa Lega Ambiente ha denunciato che un treno con 700 tonnellate di rifiuti è rimasto per due mesi fermo sotto il sole perché era scaduto il contratto per mandare a smaltire i rifiuti di Roma in Austria. Ma è normale che un Comune paghi per togliersi di mezzo l’immondizia che produce? Secondo quanto espresso dalla Sindaca Raggi, in otto mesi la differenziata ha fornito 150 mila cittadini. Per rendere l’idea, Pescara conta circa 121 mila abitanti. E’ come se Roma, oggi con la nuova differenziata servisse una città come quella abruzzese.
Nei prossimi mesi il porta a porta dovrà arrivare a 200 mila utenze. L’obiettivo della Prima Cittadina è di portare la differenziata a 3 milioni di cittadini entro la fine del suo mandato, ossia il 2021. Oggi il Comune è riuscito a coprire anche le utenze non domestiche come negozi e ristoranti che in passato buttavano in maniera indiscriminata. L’Ama fino a poco tempo fa conosceva solo 22 mila utenze commerciali, mentre il Comune ne ha censite 85 mila. Rispondendo alla domanda del giornalista, perché bisogna pagare per smaltire i rifiuti prodotti, Virginia Raggi ha ribadito che non è normale che nel Lazio non ci siano impianti sufficienti. C’è una legge dello Stato che prevede sostanzialmente che i rifiuti devono essere smaltiti secondo due principi, ossia in prossimità di vicinanza in modo da rendere autonomi i territori. Nonostante si continui a dire che è il Comune che deve indicare alla Regione dove mettere la spazzatura, la Sindaca con fermezza ribadisce che a Roma non ci sono posti dove fare discariche, i terreni attorno alla Capitale sono tutti vincolati e la discarica non è la soluzione.
L’amministrazione capitolina ha previsto degli impianti riciclo e insieme al Ministero all’Ambiente sta lavorando per superare una situazione di stallo che la Regione Lazio detiene dal 2012. A dirlo sono due sentenze del Tar, una è del 2016 e si chiedeva alla Regione Lazio di trovare valide soluzioni dopo la chiusura della discarica di Malagrotta avvenuta nel 2013, ma non se n’è fatto nulla. Un’altra sentenza del 2018 intimava al Presidente Zingaretti di trovare alternative entro 60 giorni per evitare il commissariamento.
La Regione si sta muovendo e insieme al Ministero dell’Ambiente il Comune sta cercando di superare questa situazione di stallo che sta impattando su tutti, specialmente sui cittadini di Roma. La Sindaca Raggi è stata chiara: “Noi ci occupiamo della raccolta, lo smaltimento non spetta al Comune“.