Dopo 10 anni di degrado, il Parco di Torricella Sicura è rinato dalle sue ceneri grazie alla caparbietà di intraprendenti volontari che stanchi di aspettare un mormorio di assenso dalle autorità competenti, hanno attraversato l’ardita area muniti di rastrelli, scope, decespugliatori, attrezzi da giardinaggio e tutto il necessario per riportare allo stato originale quello che è il polmone verde di Villaggio Prenestino. Purtroppo gli anni di degrado e di abbandono avevano permesso alla vegetazione di impadronirsi dei passaggi pedonali impedendone l’accesso. Se da una parte le aree verdi nascono con l’intento di realizzare un componente vegetale dove far giocare i bambini e consentire agli adulti di trascorrere qualche ora di relax, dall’altra la mancata manutenzione da parte del Comune rende inutilizzabile lo spazio dove erbacce e sterpi imperano indisturbati. Il Parco di Torricella Sicura è stato realizzato dal costruttore degli immobili adiacenti a scomputo degli oneri concessori. All’origine il parco era recintato da una staccionata in legno alta circa un metro, sufficiente per finire sotto la gestione del PAU (Dipartimento di Programmazione e Attuazione Urbanistica), ma scarsa per salvaguardare l’integrità dello spazio. Da anni residenti, associazioni e comitati di quartiere si stanno prodigando per ridare dignità a quest’area pubblica che, nonostante sia di piccole dimensioni, merita rispetto. Per anni il parco ha vissuto in uno stato di desolazione totale. A preoccupare i residenti non era tanto la vegetazione che cresceva spontanea dequalificando lo spazio aperto, ma la presenza di alcuni soggetti che da lungo tempo erano insediati abusivamente nel parco trasformandolo in un luogo malfamato. Le panchine di legno erano state sdradicate dal suolo e sistemate sotto alcune piante di olivo uno accanto all’altra a ricomporre un salotto “accogliente” per gli occupanti. Bastava però allargare lo guardo per notare una quantità abissale di immondizia di qualsiasi genere sparsa all’interno del giardino. Se d’estate il canto delle cicale inebriava l’aria, non si poteva dire lo stesso dell’odore nauseabondo che sprigionava il terreno saturo di escrementi e sostanze in decomposizione. Tuttavia a destare maggiore preoccupazione era la presenza di siringhe rinvenute in mezzo ai rovi da qualche temerario cittadino, segno evidente di un probabile spaccio di stupefacenti oltre all’utilizzo marchiano da parte di tossicodipendenti. I lavori di riqualificazione del Parco di Torricella Sicura rientrano nel programma di riqualificazione Urbana. Su questo punto negli anni scorsi, il Dipartimento P.A.U. e l’U.O.T. delle Torri erano intervenuti congiuntamente sul posto per effettuare un attento sopralluogo e consentire la redazione di un capitolato lavori e un progetto esecutivo. Presumibilmente l’impegno della spesa era stata anche autorizzata, sta di fatto che nel 2014 si ritenne opportuno fare un ulteriore sopralluogo e apportare delle modifiche al progetto precedente con interventi che interessavano la messa in sicurezza dei giochi destinati ai bambini, la presa d’acqua e irrigazione e la recinzione del parco. In realtà la risoluzione che aveva come oggetto i lavori del parco pubblico di Via Torricella Sicura fu approvata all’unanimità, ma il tanto sospirato recinto non prese mai forma. Da quel momento in poi scese il sipario e i riflettori fino a quel momento puntati sul Parco di Torricella Sicura si spensero definitivamente. Il monito più importante oggi proviene dall’associazione ARCO costituita proprio per dare voce alle problematiche che interessano gli abitanti di Villaggio Prenestino. Nel corso degli anni l’Associazione ARCO ha inviato diverse denunce e esposti al Prefetto e alla Sindaca di Roma, alle Forze dell’Ordine di Roma Capitale e San Vittorino e per conoscenza alle alte cariche del VI Municipio chiedendo che nel Parco di Torricella Sicura venga ripristinata la legalità. Non ricevendo alcuna risposta, qualche residente stanco del degrado del giardino diventato oramai terra di nessuno, ha cominciato a raccogliere cartacce, bottiglie e lattine sparse ovunque. Il 21 ottobre scorso, 40 cittadini con il sostegno delle associazioni di quartiere e di qualche rappresentanza del VI Municipio hanno iniziato i lavori di bonifica. Lo scenario che si è presentato sotto ai loro occhi è stato devastante. Il parco oramai divorato dalla vegetazione era diventato luogo preferito dai tossicodipendenti, lo testimoniano le siringhe raccolte messe in sicurezza negli appositi contenitori per taglienti per esser avviate a distruzione tramite gli appositi canali dedicati. Inoltre gli “ospiti abusivi” hanno distrutto qualsiasi arredo presente, dalle panchine alla staccionata di legno utilizzata probabilmente per accendere il fuoco per riscaldarsi.
il parco Torricella Sicura prima e dopo le operazioni di bonifica
Durante le operazioni di pulizia sono stati rinvenuti la targa di un’auto, diversi bancomat e carte di credito, borse da donna e un coltello da scanno con la lama da 30 cm, il materiale è stato tutto consegnato alle Forze dell’Ordine. L’intervento di bonifica è stato drastico, le siepi sono state abbassate notevolmente per consentire una visuale aperta, gli alberi sfoltiti, l’erba falciata e qualsiasi genere di immondizia rimossa e recuperata dall’Ama. L’operazione di bonifica è terminata il 18 novembre. Oggi il Parco di Torricella Sicura è tornato a vivere, ma l’emergenza non è passata. Gli “inquilini indesiderati” continuano a sostare imperterriti all’interno dell’area tenendo lontano chi vorrebbe finalmente godersi il parco riqualificato. Il problema principale di questo spazio è la mancanza di una recinzione, indispensabile per garantire la sicurezza, per evitare che i giochi dei bambini vengano devastati, per vietare bivacchi notturni, ma soprattutto per impedire che non cada in ostaggio dei senza tetto, tossicodipendenti e spacciatori. Da qualche mese è stata avviata una raccolta firme affinché il parco di Via Torricella Sicura passi dal Dipartimento PAU del Comune di Roma al Municipio VI. In questo modo si ha un solo interlocutore diretto con cui intervenire in modo da rendere più facile il processo che porti finalmente alla realizzazione della recinzione. La speranza di chi si prodiga ad abbattere e a denunciare il degrado ambientale e sociale del parco è che l’ennesimo “grido d’aiuto” non venga soffocato, come accade spesso, dalla burocrazia e dall’indifferenza.