Non è la prima volta che affrontiamo il degrado che perdura da anni in via Sant’Alessio in Aspromonte. A luglio What’s Up Media ha dedicato un ampio articolo all’argomento della terra dei fuochi di Via Sant’Alessio in Aspromonte e ripercorso la storia di questa arteria di Via Rocca Cencia, oltretutto situata a poche decine di metri dal Tmb. Attraversando il viale finora avevamo incontrato cumuli di rifiuti di qualsiasi genere, soprattutto scarti industriali. Di tanto in tanto per nascondere sversamenti illeciti qualcuno dà fuoco alle montagne di spazzatura liberando nell’aria diossina e altri fumi tossici. Di recente la situazione è peggiorata ulteriormente, difatti tra il tanto pattume distribuito lungo il viale, sono comparse delle coperture in eternit.
In Italia è da 26 anni che l’utilizzo di questo materiale è vietato. La legge 257/1992 proibisce l’estrazione, la commercializzazione, l’esportazione e la produzione di amianto o di prodotti contenenti amianto. Eppure a via Sant’Alessio in Aspromonte sono state abbandonate delle coperture in eternit. In passato questo materiale veniva molto utilizzato in edilizia per le sue caratteristiche di isolamento e resistenza al calore. Venivano realizzati comignoli, fioriere, coperture, rivestimenti per pavimenti, stucco per finestre, tegole, tessuti ignifughi, stuoie per caldaie e stufe, barriere antifiamma, rivestimenti, lastre. L’eternit è una miscela di cemento e amianto altamente nocivo.
Fino a quando la lastra si mantiene integra non crea problemi, nel momento in cui comincia a sfaldarsi, allora occorre prestare molta attenzione, poichè le fibre sono molto piccole e volatili, se inalate provocano infezioni alle vie respiratorie e nei casi più gravi tumori ai polmoni e alla laringe. A Sant’Alessio in Aspromonte le lastre di eternit sono sfaldate, rotte e anche bruciate, praticamente una bomba nociva liberata in un ambiente già debilitato dalla presenza di altri rifiuti altamente tossici e inquinanti. Le polveri che sono contenute nelle fibre di amianto sono altamente cancerogene e possono causare gravi patologie all’apparato respiratorio. I materiali contenenti amianto non hanno lo stesso grado di pericolosità pur trattandosi dello stesso manufatto. La gravità di questo materiale dipende dalla quantità di fibre che rilascia nell’ambiente e questo parametro è determinato dallo stato di conservazione del prodotto stesso.
A 26 anni di distanza dalla normativa che regola la cessazione dell’utilizzo dell’amianto è raro trovare manufatti in buone condizioni di conservazione. Difatti l’eternit abbandonato in via Sant’Alessio in Aspromonte è in pessimo stato di mantenimento. Oltretutto le lastre sono state inconsapevolmente frantumate, consentendo il rilascio sul terreno ma anche nell’aria di indecifrabili quantità di fibre.
Chi abita in questa “Terra dei Fuochi” si difende come può, anche piazzando un cartello dove si comunica della presenza di telecamere per monitorare il territorio e scoraggiare chi illegalmente scarica i rifiuti lungo il viale. Le associazioni che da anni lottano per la bonifica e la chiusura di via Sant’Alessio in Aspromonte sono passati ai fatti, presentando denuncia scritta agli organi competenti. Questa volta sono davvero decisi ad andare in fondo alla questione, con l’amianto non si scherza.