“Dream – L’arte incontra i sogni” mai titolo fu più evocativo per una mostra. Al Chiostro del Bramante fino al 5 maggio 2019 è in scena l’ultima esposizione di una trilogia ideata da Danilo Eccher, curatore e critico d’arte italiano, iniziata con “Love – L’arte incontra l’amore” e poi con “Enjoy – L’arte incontra il divertimento”.
Le tre mostre hanno avuto come filo conduttore l’uomo declinato e raccontato, attraverso le opere di artisti di fama internazionale, nei suoi sentimenti, nei suoi sogni, incubi, nella sua esigenza di svagarsi e divertirsi.
La cornice è tra le più suggestive del panorama del rinascimento italiano, il Chiostro progettato da Donato Bramante alle spalle di piazza Navona. Esso rivive una nuova stagione, nel caso ce ne fosse bisogno, aprendo le sue porte alla estrema contemporaneità delle opere presentate in queste tre esposizioni, premiate dall’ampia affluenza di pubblico, soprattutto giovane che ha apprezzato il taglio scelto per i vari percorsi espositivi.
Dream è una mostra pensata per indagare il mondo dell’inconscio fatto sia di sogni che di incubi, il percorso infatti si snoda attraverso opere di arte concettuale che ricordano l’oscurità della notte che si apre poi alla luminosità del giorno.
Tra le numerose opere presenti è possibile ammirare “Le Théâtre d’Ombres” del francese Christian Boltanski che richiama alla memoria il gioco dei bambini ma lo fa ritagliando delle sagome di latta che assumono delle forme inquietanti e con le loro ombre sembrano trascinare lo spettatore non in una dimensione ludica bensì in incubi e paure. A incutere timore anche l’opera, pensata e creata appositamente per le sale del complesso museale, dell’inglese Kate MccGwire che ha dato vita a una figura mostruosa, multiforme, che si aggroviglia con le sue nere squame piumate attorno alla passerella.
Accanto a queste opere inquietanti si alternano quelle che rimandano a un universo sognante e luminoso. La più apprezzata (protagonista assoluta dell’hashtag #chiostrodelbramante promosso dai curatori, a testimonianza dello spirito anche social che si è voluto creare attorno a questi eventi) è sicuramente “LIGHT is TIME” dell’artista giapponese Tsuyoshi Tane. Più di 65.000 piastre metalliche brillano nel buio dando vita ad un movimento leggiadro intervallato dalla luce che si modula lentamente, come il fluire del tempo, dando così origine a sprazzi di luce che vanno poi perdendosi nuovamente nell’oscurità.
Salendo al piano superiore, si vive l’opera site specific di Peter Kogler che ha modellato le pareti rendendole deformi e utilizzando come supporto una moquette realizzata con le lane di scarto, disponendola verticalmente per accrescere il senso di disorientamento.
Il percorso dagli incubi ai sogni, dalla oscurità alla luce si conclude con “Sensing Thought” dell’artista statunitense James Turrell che lascia immergere i visitatori in un bagno di luce accecante prima di farli ritornare alla loro quotidianità.
Altra grande novità della mostra sono le audio guide. Si è scelto di non limitarsi a una semplice spiegazione delle opere in mostra, di abbandonare i confini prettamente eruditi e didattici per accompagnare, invece, il visitatore/viandante attraverso un racconto recitato da quattordici attori italiani (Angela Baraldi, Giulia Bevilacqua, Marco Bocci, Cristiana Capotondi, Valentina Cervi, Matilda de Angelis, Isabella Ferrari, Matteo Oscar Giuggioli, Giuseppe Maggio, Brando Pacitto, Alessandro Preziosi, Alessandro Roia, Valeria Solarino, Simona Tabasco) scritto appositamente dal regista e sceneggiatore Ivan Cotroneo che si è lasciato ispirare e suggestionare dalle opere.