La storia della discarica abusiva di Castelverde inizia negli anni 70, presso una ex cava di tufo nei pressi di via del Casalone e considerata una delle più grandi in questo quadrante. Siamo appena fuori dal GRA, a poche centinaia di metri dal centro commerciale di Roma Est e questa è la terra dei fuochi della Capitale. Periferia di Roma dove i più grandi siti archeologici: Gabii, la necropoli di Osa, la via Francigena, il tracciato dell’antica Collatina, imputridiscono sotto il marcio di discariche legali e illegali, putride ferite fumanti testimoniano la violazione subita in un paesaggio che cela tesori e marciume, storia e progresso tradotti nel peggiore dei modi. In questa situazione,si colloca la discarica di Castelverde, un sito attraversato dall’Alta velocità, colmo di rifiuti, circa centomila tonnellate e per la metà tossico nocivi. L’attraversamento del tracciato TAV ha appesantito ulteriormente una situazione già compromessa da mitigare comunque con le opere compensative di attenuazione socio-ambientale che il Comune di Roma in sede di valutazione del progetto della Linea AV/AC Roma-Napoli, pose come condizioni nella deliberazione del Consiglio Comunale n. 5 del 25 gennaio 1996. Opere per la riqualificazione del territorio da realizzarsi in aree adiacenti alla ex cava, che prevedevano un centro anziani, campi di bocce, calcio calcetto, tennis basket, palestra e piscina. Purtroppo, a tutt’oggi l’unica cosa ottenuta è la rimozione dei rifiuti più pericolosi, mentre tutti gli altri sono stoccati a cielo aperto in attesa della fase finale di bonifica del sito. Ed è proprio con lo scopo di avere chiarimenti relativi all’esecuzione dei lavori della seconda fase di bonifica della discarica che il 15 Marzo è stata convocata dal Presidente Marco Palumbo (PD) su proposta di Svletana Celli (Civica) la commissione Trasparenza del Comune di Roma in sopralluogo presso l’area in via Donegani a Castelverde. Commissione che ha registrato la presenza di diversi Consiglieri Comunali Tranchina (M5s), Monica Montella (M5s), Figliomeni (Fratelli D’Italia) ma l’assenza del Presidente del Municipio VI Roberto Romanella e dell’assessore Municipale all’ambiente Katia Ziantoni. Durante il sopralluogo la presenza di numerosi cittadini e Presidenti di Comitati di quartiere Prato Fiorito (Egidio Gallozzi),Case Rosse (Paolo Cartasso),Castelvervede (Isabella Frangella), e del Presidente del Comitato Discarica Castelverde Daniela Ferdinandi, dimostrano come sia necessario e urgente trovare una soluzione veloce affinché la bonifica avvenga in tempi accettabili. La Ferdinandi tra l’altro ha aggiunto: “I cittadini di questo territorio da tempo convivono con discariche più o meno abusive di cui alcune interrate quindi è inenarrabile l’inoperosità delle varie Amministrazioni che si sono succedute nel tempo, il VI Municipio risulta uno dei territori maggiormente inquinati dove patologie pesanti, quali noduli tirodei e diverse forme di tumore, sono più ricorrenti”. Pertanto ha evidenziato che attuare la bonifica della discarica Castelverde in tempi certi è obbligatoria,ed è opportuno estendere e concentrare su questo Municipio l’attenzione di tutte le Istituzioni per verificare non solo la causa di determinate patologie, ma attivare tutte le procedure affinché la riqualificazione di questo quadrante venga accellerata.
Concetto ripreso da Figliomeni (Fratelli d’Italia) che evidenzia come gli uffici da soli non possono portare a compimento l’opera. La presenza della consigliera Strippoli (Fratelli D’Italia) presente alla commissione testimonia la sensibilità che il tema investe nella loro area politica tanto da far dire alla Strippoli: “Trovo vergognoso che il Presidente del Municipio non abbia ritenuto opportuno partecipare a una Commissione su un tema così importante come quello della bonifica della discarica di Castelverde. Davvero non ha nulla da dire dopo quasi tre anni che amministra, per così dire, il Municipio?”
Tema a quanto pare sentito anche dalla Lega presente con una loro delegazione.
Molto apprezzato è stato l’intervento dell’ingegnere Laura D’Aprile del Dipartimento Ambiente, che ha spiegato l’impossibilità di definire in tempi brevi la seconda fase di bonifica nonostante l’intenso lavoro del Dipartimento, in quanto le terre da anni allocate a Lunghezzina che dovevano essere utilizzate per il riempimento della vasca di stoccaggio hanno necessità di essere nuovamente caratterizzate. Ha comunque specificato che si lavorerà a stralci,quindi l’inerzia che da anni accompagna questa storia sarà superata. Infatti, dal progetto generale verranno disimpegnate le aree della discarica che non hanno necessità di bonifica e questo permetterà alla popolazione di vedere finalmente attuate perlomeno le opere di mitigazione ambientale. Un primo passo verso la riqualificazione del territorio.