Da prima dello stato d’emergenza dichiarato dal Premier Giuseppe Conte il 9 marzo 2020, i locali e le discoteche avevano messo in pausa la propria attività al fine di tutelare i propri clienti e lavoratori.
Durante i 70 giorni di lockdown il settore dell’intrattenimento è stato sicuramente uno dei settori economici più trascurati da parte del Governo Conte II: mentre si parlava delle varie riaperture che avrebbero interessato gran parte dell’economia a partire dal 18 maggio, le sale da ballo e da concerto sono sempre rimaste nell’ombra.
Un settore già martoriato dalla crisi economica che divagava prima del nuovo Coronavirus e dalle ordinanze romane indette dalla Sindaca pentastellata Virigina Raggi che imponevano stringenti misure soprattutto per quanto riguarda orari di chiusura e vendita di alcolici.
Agli imprenditori dell’intrattenimento era stata data un po’ di speranza per la riapertura delle proprie attività dal presidente della regione Lazio -nonché segretario del Partito Democratico- Nicola Zingaretti il quale aveva inizialmente indetto le riaperture dei locali all’aperto a partire da lunedì 15 giugno, aperture però successivamente rinviate al mese di luglio.
Infatti dal 15 giugno sono sì consentite attività legate a cerimonie e spettacoli dal vivo, pertinenti a quelle dei locali, ma non per quanto riguarda il ballo.
Per il primo luglio sono già state stabilite le regole che coinvolgeranno le discoteche, che oltre a prevedere il controllo della temperatura corporea all’ingresso, l’uso della mascherina e del distanziamento interpesonale di almeno due metri -per il quale dovranno operare anche gli addetti alla sorveglianza e sicurezza-, sarà necessario nel guardaroba far riporre indumenti e oggetti dei clienti all’interno di appositi sacchetti porta abiti.
Ben definita l’ordinanza regionale per quanto riguarda la capienza massima dei locali: non si potranno superare le 1000 persone per quanto riguarda gli spazi all’aperto, mentre per quelli al chiuso sarà consentito l’ingresso massimo di 200 persone per ogni singola sala.
Ciononostante alcune delle sale a cielo aperto hanno già rinunciato ad aprire questa stagione estiva viste le misure che non potranno in alcun modo compensare con i guadagni le spese da sostenere.