In conclusione, nel SSN il medico e l’ infermiere devono essere messi in condizione di lavorare con serenità negli ospedali e negli ambulatori pubblici proprio per la natura contrattuale del loro rapporto di lavoro, nè si può concepire – a parte qualche caso eccezionale – una militarizzazione armata da parte delle Forze dell’ Ordine dei locali ospedalieri ed Asl a rischio al fine di prevenire il fenomeno delle odiose aggressioni del personale sanitario medico ed infermieristico. Ora dopo questa Legge sarà il Cittadino ad essere responsabilizzato ed a badare meglio alle conseguenze dei suoi gesti offensivi ed aggressivi, che avranno da ora in poi pesantissime ricadute anche personali.
Il settore ammministrativo ospedaliero e regionale saranno adesso parallelamente chiamati in causa pesantemente per evitare le concause del fenomeno, in primis risolvendo le lunghe liste di attesa, i lunghissimi tempi di attesa per i servizi erogati (dovuti al sovraffollamento degli astanti causa scarsità di risorse umane), poi potenziando i Pronto Soccorso di figure ausiliare importanti quali assistente sociale e psicologo, che possono diventare strumento di rassicurazione durante l’attesa. E così a seguire con ulteriori passi in questa direzione.
Occorre mutare, pertanto, velocemente sia l’attuale organizzazione delle cure, soprattutto in emergenza urgenza, sia il paradigma dell’accettazione del paziente, umanizzando l’accesso alle cure prima e più che le cure stesse. La tutela delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari e la prevenzione dell’ odioso fenomeno delle aggressioni (anche quelle verbali) è compito del Medico Competente, della Medicina del Lavoro, della Direzione Sanitaria Asl ed Ospedale, del Direttore Generale. Il professionista sanitario ha solo il mero compito viceversa di segnalare fatti di reato ed eventuali omissioni e carenze anche organizzative.
Dott. Francesco Russo
Medico-Chirurgo
Ricercatore Confermato
Università di Roma Tor Vergata
francesco.russo@uniroma2.it