Sono 18 le misure cautelari eseguite ieri mattina dai militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e dal personale della polizia locale di Roma Capitale nell’ambito dell’inchiesta denominata “Monsone”sul racket del commercio ambulante. 8 persone in carcere e 10 agli arresti domiciliari tra pubblici ufficiali, imprenditori e sindacalisti con il coinvolgimento della famiglia Tredicine. I capi d’accusa sono associazione per delinquere, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione del segreto d’ufficio, estorsione, abusiva attività finanziaria, usura e autoriciclaggio.
Le autorizzazioni amministrative per il commercio in strada sarebbero state gestite dall’organizzazione in modo illecito “avvalendosi (qualora necessario) di condotte intimidatorie, minacce e violenze per ottenere indebite somme di denaro”. Ai due pubblici ufficiali indagati, l’allora responsabile degli Uffici “Disciplina” e “Rotazioni” del Dipartimento Attività Produttive del Comune di Roma e un suo diretto collaboratore, sarebbero andati soldi ma anche cene, vestiti firmati e abbonamenti per le partite di Serie A. Gli investigatori, nel frattempo, hanno provveduto a eseguire un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per 1 milione di euro, pari ai profitti.