Analizziamo in questo articolo alcuni aspetti critici dell’ attuale sistema universitario pubblico italiano per proporre alcuni spunti di possibile miglioramento, tenendo in debito conto gli interessi della collettività, degli Utenti e stakeholders vari e più in generale della Cultura e della Ricerca in tutte le loro forme ed espressioni.
Cominciamo subito a dire che l’ Università di un Paese democratico ed Europeo come l’ Italia, storicamente deve essere e rimanere fondamentalmente LIBERA, ma strettamente agganciata al dettato della Carta Costituzionale. La libertà della didattica e ricerca universitaria deve essere tale da non poter essere condizionata da censo, razza, sistema di finanziamento, provenienza geografica ed etnica, religione e discriminazione sessuale. Inoltre, la libertà del sistema deve essere tale da mantenersi pura ed integra ad ogni forma di assoggettamento corruttivo criminale del potere economico.
L’ Università deve provvedere a formare la nuova classe dirigente dello Stato sia nella sua componente pubblica della PA che in quella privata della impresa. A nostro giudizio quindi il sistema universitario va pesantemente rifondato con il fine precipuo di un rilancio etico e culturale del settore di cui tutti si possano giovare, senza limiti e senza discriminazioni o barriere.
La Rifondazione Universitaria deve prioritariamente partire dalla implementazione della sua organizzazione democratica e realmente partecipativa, dalla sua trasparenza amministrativa, dalla sua disponibilità a tutti i contributi sociali ed umani. Nessuno deve essere escluso da una Università che si definisca libera ed autonoma. Il pensiero universitario non deve essere in alcun caso assoggettato a “costraints” di tipo organizzativo, burocratico, economico di alcun tipo. Pena il suo impoverimento e la graduale cessazione progressiva del suo fondamentale ruolo sociale e con esso l’ arretramento del ruolo della Nazione.
Negli ultimi anni, complice la grave crisi ideologica e culturale della nostra società, l’ Università in Italia è stata via via indebolita e sottofinanziata dai vari governi che si sono avvicendati. I ruoli universitari sia amministrativi che tecnici e docente sono stati progressivamente precarizzati sempre di più ed abbiamo assistito ad una incomprensibile e “paramilitare” gerarchizzazione dei docenti di ruolo (sempre più impauriti dal vertice e quindi meno liberi ed autonomi, quindi non più pares inter pares), al prevalere di finti concorsi locali, alla vera e propria invasione in alcuni Atenei di nepoti, familii e clientele regionali. La risposta degli Utenti è stata devastante; semplicemente, gli studenti hanno progressivamente abbandonato il sogno dell’ ascensore sociale dell’ Università, sogno che aveva contribuito a fare grande e grandissima l’ Italia spossata e devastata del primo dopoguerra: il crollo delle iscrizioni ed immatricolazioni universitarie degli ultimi dieci anni è a macchia di leopardo, ma ha colpito soprattutto gli Atenei del centrosud che sono stati quelli più definanziati e più coinvolti in odiosi fenomeni di cooptazione familistica clientelare e nepotistica.
Dott. Francesco Russo
Medico-Chirurgo
Ricercatore Confermato
Università di Roma Tor Vergata
francesco.russo@uniroma2.it