Il Tar ha accolto in via definitiva il ricorso presentato da Artemisia spa, il gruppo di centri clinici diagnostici capitolini, e da oggi i tamponi nasofaringei e/o orofaringei per la diagnosi del covid potranno essere eseguiti anche nei laboratori privati del Lazio. È stato definito illegittimo il divieto che la Regione aveva imposto alle strutture non presenti nella rete Coronet di eseguire esami molecolari per la diagnosi le SARS- COV-2. Secondo i giudici non vi è “ragione sanitaria alcuna per cui non debba essere svolto da più soggetti possibili – senza che ciò determini una sottrazione di risorse pubbliche (né finanziarie, né materiali) – il solo esame diagnostico che al momento consente di individuare i soggetti infetti e di applicare quindi quei protocolli di tracciamento e isolamento che sono l’unica vera alternativa al confinamento generalizzato.”
Aumentare il numero delle strutture in grado di effettuare i test vuol dire aumentare la capacità di tracciamento del virus, in modo da contenere i contagi che sono in continua crescita. Inoltre la Regione Lazio non ha mai dichiarato che le strutture private non sono idonee allo svolgimento dei tamponi, quindi non c’è nessuna ragione sanitaria nella loro esclusione. I laboratori privati hanno l’obbligo di trasmettere alle autorità pubbliche competenti, utilizzando i moduli stabiliti dall’ordinanza regionale, l’individuazione di soggetti positivi. Fino ad oggi i 135 centri diagnostici del lazio strutture potevano soltanto effettuare i test rapidi e in caso di positività dovevano inviare il campione ad una struttura presente nella rete Coronet.