Il borgo di Gerano sorge circondato da boschi di castagno sui Monti Ruffi, a circa 500 metri di altezza sul livello del mare, su un colle prospiciente la pianura percorsa dal Giovenzano, affluente dell’Aniene. Il paese dista appena un’ora di macchina da Roma e si adagia su un terreno tufaceo, morfologicamente simile alla Montagna delle Gru (Gherania) in Grecia, da cui prende il nome, Gerano.
La valle del Giovenzano, fin dall’antichità, è stata intensamente sfruttata e contesa da vari popoli. Numerose le testimonianze della colonizzazione del territorio da parte dei romani: ruderi di ville, i resti di Trebula Suffenas, al Passo della Fortuna, le mura poligonali e le murature romane dislocate in luoghi diversi. Il centro storico (IX-X sec.) è un dedalo di strette vie che si inerpicano da “Porta Amato”, “Porta Maggiore” e “Porta Cancello” per convergere verso Santa Maria e la parte più alta del vecchio “castrum”.
La Fontana di Ciocio, antico fontanile romano del II secolo; Palazzo di Corte, fu tribunale locale e dazio comunale (XIV secolo). Nella piazzetta antistante avvenivano le aste pubbliche, col metodo dell’accensione della candela.
Il termine strozzapreti (nota pasta locale) deriva dal particolare impasto che, mantenendosi duro e colloso, richiedeva sempre del vino per essere deglutito. Vino però, che in alcuni periodi storici, il clero non poteva consumare. Rinomati gli strozzapreti conditi con la pistecchia (pomodoro, aglio, olio, prezzemolo e alici). Inoltre, le gnocche pelose, tipo di tagliatelle condite con funghi porcini e salsicce, poi i maccarunacci co’gli cici (particolare pasta condita con sugo di ceci). Infine i dolci secchi ciammillitti de magru.
Il Parco naturale dei Monti Lucretili con i suoi incantevoli percorsi naturalistici immersi tra i castagneti e la valle del Giovenzano è il luogo ideale per tutti gli amanti della natura. Nel mese di aprile a Gerano si svolge l’infiorata, la più antica d’Italia (1740). (Fonte visitlazio.com)