“Matteo Orfini, affermando che la sezione del PD di Tor Bella Monaca era negli anni scorsi la peggiore in assoluto, offende non tanto me ma il 61% dei cittadini che hanno sostenuto quel partito e quel gruppo dirigente, che ha portato alla vittoria il centrosinistra. Il Pd di zona allora contava oltre 300 iscritti, oggi ne conta meno di un condominio: senz’altro attivissimi, non per il bene dei cittadini ma contro di me e contro le persone che vogliono un cambiamento”. E’ così che Loris Scipioni, fondatore del PD, risponde alle durissime parole di Matteo Orfini, affidate al quotidiano Il Foglio.
L’articolo in questione sostiene che “quando il segretario di zona era l’allora presidente del VI municipio Marco Scipioni, gli iscritti superavano le 200 unità. Quando nel 2015 il commissario del Pd romano Matteo Orfini incaricò Fabrizio Barca di redigere un censimento dei 108 circoli Pd cittadini dividendoli in base alla qualità delle attività svolte, la sezione di Tor Bella Monaca finì tra le ultime della classifica: ‘Potere per il potere’”.
Poi le parole di Orfini: “‘Probabilmente era la peggiore in assoluto’, dice oggi Orfini che dopo un’istruttoria decretò l’espulsione di Scipioni e dei suoi fedelissimi accusati di usare il partito per i propri fini (nelle ultime settimane un nipote di Scipioni, Loris ha provato invano a candidarsi alle primarie dem per il municipio). ‘Oggi – conferma Orfini – quello che era il peggior circolo di Roma è diventato un modello’“.
“Il ‘modello’ di cui parla Orfini – risponde Loris Scipioni – è probabilmente quello che risponde a logiche di sudditanza ai voleri di qualche parlamentare del PD, mentre in quel periodo rispondeva esclusivamente al benessere del territorio e dei cittadini. È piuttosto Orfini a usare il partito per i suoi scopi: la politica è rappresentanza, e lui – che non rappresenta più nessuno, essendo stato bocciato alle ultime uninominali e non salendo neanche sul podio – sta lì per mantenere lo status quo. Stupisce che un segretario del calibro di Enrico Letta dia ancora spazio a persone del genere”.
Quanto alla relazione a firma di Fabrizio Barca, Scipioni spiega che “fu una grande farsa che costò al partito oltre 30mila euro: tanto è stato speso infatti per la mappatura dei circoli, operazione per giunta non democratica, in quanto non è stata concessa nessuna contro-relazione di parte, né c’è mai stato un confronto diretto tra le parti, Orfini compreso, pure più volte invitato per un contraddittorio”.
“La verità – osserva amareggiato Loris Scipioni – è che il partito riformista per eccellenza si dimostra il più conservatore di tutti. La partecipazione alle primarie era aperta a tutti e prevedeva due sole pre-condizioni: non essere iscritti a partiti avversi al PD ed essere in possesso del diritto di elettorato passivo. Ora, non soltanto la mia candidatura soddisfaceva questi parametri, ma sono iscritto e tesserato al PD fin dalla sua fondazione, cosa che – credo – neanche Orfini possa dire di sé”.
In merito all’esclusione dalle primarie, Loris Scipioni aggiunge che “oggi il mio ricorso ai garanti è ancora senza risposte: il partito va per l’ennesima volta contro il suo stesso regolamento, che prevedeva una risposta entro 48 ore. Oltre il 50% degli iscritti del municipio ha sottoscritto una lettera a mio sostegno, anch’essa ignorata. Fa specie che anche magistrati e costituzionalisti del calibro della Finocchiaro e Manzella rispondano a queste logiche di partito”.