La variante Omicron è solo l’ennesima dimostrazione di quanto abbiamo già scritto su queste pagine: combattere il Covid significa vaccinare tutti. Non l’Italia o l’Europa, e nemmeno l’occidente. Tutti. Perché il virus non si ferma alle frontiere, e continueranno ad emergere varianti, finché i vaccini non saranno forniti anche ai paesi in via di sviluppo. Ad oggi, le sole terze dosi di vaccino anti Covid somministrate dai paesi più ricchi hanno già superato tutte le dosi di vaccino somministrate nei paesi più poveri. Un controsenso che continueremo a pagare, e che non c’entra nulla con la dialettica tra sì-va e no-vax. Meglio di tutti, ha sintetizzato bene la verità Guglielmo Micucci, direttore generale di Amref: “È paradossale che da noi si programmi la terza dose, o Stati come Israele già pensino alla quarta, quando molti come il Congo o il Sud Sudan non hanno immunizzato neanche il 2% della popolazione. I paesi ricchi devono avere il coraggio di concretizzare gli impegni presi, arrivando perfino a rinunciare a delle dosi già prenotate. Il problema non è la dose booster in sé, importante a rafforzare la protezione contro il Covid-19. Il punto è che mentre i paesi sviluppati – Europa e Nord Africa in testa – si rafforzano, il virus continua a circolare a livello globale e questo non solo causa sofferenze, ma favorisce la comparsa di nuove varianti che minacciano anche noi. Lo abbiamo visto con Omicron: è bastata una persona giunta in aereo dall’Africa per portare questa variante in Europa”. Ora che lo sappiamo, vacciniamo il mondo. E’ importante per tutti