“L’opera di Fernando Botero è una celebrazione permanente della vita”: così Lina Botero in occasione della presentazione della mostra diffusa dal titolo “Botero a Roma”, realizzata dalla Fernando Botero Foundation in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, BAM Eventi d’arte e Il Cigno Arte. “L’arte – ha detto la figlia dell’artista, nonché curatrice della mostra citando le parole del padre – deve produrre sopra tutto piacere”. Deve essere “un’oasi di gioia nelle difficoltà della vita. Per lui – ha continuato – il più grande regalo era vedere il sorriso sul volto di chi apprezzava la sua opera”. “Questa mostra rappresenta la prima grande esposizione dopo la scomparsa di mio padre il 15 settembre dello scorso anno. Sarà la prima di molte altre perché il nostro impegno – ha sottolineato – è di continuare a promuovere il suo straordinario talento artistico”. Realizzata grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, con il supporto del Municipio I Roma Centro, dell’assessora alle Politiche Culturali, Politiche ed Educative allo Sport e alle Politiche Giovanili, Giulia Silvia Ghia, degli uffici dell’Assessorato alla Cultura del Municipio I e del Comune di Roma, la mostra si terrà fino al 1° ottobre 2024. “Fernando Botero – ha dichiarato l’assessora Ghia – è mancato un anno fa e ci consegna la sua visione del mondo fatta di forme allargate e di dimensioni temporali senza limiti. Con questa mostra l’intenzione è quella di far sì che noi cittadini possiamo riprenderci il tempo per osservare sotto altre prospettive gli spazi meravigliosi di questa città. L’arte contemporanea nei siti storici rappresenta un dialogo tra passato e presente, unendo la memoria culturale con le espressioni artistiche attuali. Questo connubio permette di rileggere e reinterpretare il patrimonio storico alla luce delle sensibilità moderne, stimolando una riflessione critica sul nostro rapporto con la storia. Inoltre, l’inserimento di opere contemporanee in contesti urbani storici può rivitalizzare e riattivare questi spazi, rendendoli più accessibili e rilevanti per il pubblico odierno promuovendone una fruizione più consapevole e rispettosa. Così facendo, si crea un ponte tra epoche diverse, celebrando la continuità e l’evoluzione dell’espressione umana”. “Oggi presentiamo una mostra unica: le sculture monumentali di Fernando Botero arrivano per la prima volta nel centro storico di Roma. Due bellezze che si incontrano – ha detto dal canto suo la presidente del Municipio I Roma Centro Lorenza Bonaccorsi – si uniscono e si esaltano a vicenda. Un evento straordinario dedicato all’artista colombiano che ci ha lasciato un anno fa: è l’omaggio della Capitale a Botero. Ringraziamo tutte le persone che hanno reso possibile la realizzazione di questa esposizione itinerante nel cuore di Roma”.
Urban Vision Group, creative-tech media company e partner dell’iniziativa, amplificherà la visibilità della mostra trasmettendo sui monitor la mappa dei luoghi in cui sono esposte le 8 opere. Trasmessa sui maxi led posizionati in zone centrali della città in prossimità delle sculture, farà in modo che l’incontro casuale con una di esse possa trasformarsi nell’occasione di proseguire la scoperta delle altre opere e delle altre piazze seguendo le indicazioni. L’iniziativa ideata da Urban Vision, si pone in continuità con l’impegno dell’azienda di promuovere il valore culturale e artistico per rendere le città luoghi sempre più vivi, dinamici e inclusivi. Le sculture di Fernando Botero (come anche i suoi dipinti) sono caratterizzate dal suo stile unico, contraddistinto dalle proporzioni gonfie, riflesso dell’ossessione dell’artista per il volume, nonché dal suo gusto per la satira e il commento politico. Nato a Medellin, in Colombia, nel 1932, Botero ha tenuto la sua prima mostra personale nella Galería Leo Matiz a Bogotà nel 1951, all’età di soli 19 anni. Nel 1952, viaggia in Europa, prima in Spagna e poi in Italia, dove studia le opere dei pittori del Rinascimento Italiano, in particolare Piero della Francesca e Paolo Uccello. È durante questo periodo che l’artista razionalizza la sua inclinazione naturale verso il volume, che era evidente anche nei suoi lavori precedenti, ispirati in parte dall’arte precolombiana e coloniale spagnola.