Siete disposti ad andare a teatro e, invece di assistere, come normalmente avviene, allo spettacolo, recitare assieme agli attori? Cosa accadrà? Dipenderà dal pubblico, dal clima, dagli attori, da chi sceglierà di parlare per primo. Si reciterà a soggetto, a braccio, con punti fissi, ma senza copione. E’ ciò che avverrà con lo spettacolo “Da questa sera si recita a soggetto! Il Metodo Pirandello”, drammaturgia di Paolo Rossi e Carlo G. Gabardini, in scena al Teatro Ambra Jovinelli fino al 10 novembre, con Paolo Rossi, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Caterina Gabanella, Laura Bussani, Alessandro Cassutti, ma soprattutto con la partecipazione del pubblico. Si parte dalla pièce di Pirandello, il quale nell’avvertenza posta in testa al terzo dramma della “trilogia del teatro nel teatro” si premura di scrivere al primo rigo: “L’annunzio di questa commedia, così nei giornali, come nei manifesti, dev’esser dato, senza il nome dell’autore”. Ovvero senza il suo di nome. E nell’elenco degli attori e delle attrici in cartellone mette al primo posto: “col concorso del pubblico che gentilmente si presterà”. Da questo testo si partirà per un viaggio, sempre accompagnati dal capocomico Paolo Rossi e la sua compagnia di giro, in un percorso sì pirandelliano, ma anche profondamente attuale. Perché Paolo Rossi da un lato parla direttamente con Luigi Pirandello e si lascia consigliare e portare avanti nella trama, dall’altro resta ancorato alla realtà e a come la realtà odierna e più spiccia non possa non entrare in qualsiasi cosa che sia viva come il teatro. La vita nel teatro, ma anche il teatro nella vita, ovvero il nostro bisogno continuo di mostrarci performanti in tv e sui social. Forse ci siamo tutti trasformati in personaggi tragicomici in cerca d’autore. “Ma scusa, se Pirandello pur di mantenere il segreto più misterioso sul suo testo ha fatto togliere il proprio nome dal cartellone – dice Paolo Rossi – chi sono io per spoilerare ciò che accadrà nello spettacolo di questa sera? Non sono mica un indovino, sono un comico scavalcamontagne. Se le parole per la ‘scheda’ non le ha trovate un premio Nobel per la Letteratura, non potete pretenderle da me che ho fatto l’Itis! Perché mettere in scena proprio questo testo? I miei maestri sono Fo, Gaber, Jannacci, Strehler e Pirandello. Ma Pirandello è quello che ultimamente frequento più spesso. Mi è anche apparso in sogno. Una volta, c’era anche Marta Abba, mi ha parlato di questo testo spiegandomi perché fosse proprio il momento giusto. Ma mi son svegliato per andare in bagno appena prima che me lo svelasse”. E lo svelamento avverrà direttamente sul palco, dal vivo, ma a patto che tutti s’improvvisi all’unisono.