La mostra “Niki Berlinguer. La signora degli arazzi” sarà ospitata fino al 6 aprile 2025 alla Casina delle Civette in Villa Torlonia. Una panoramica completa della produzione di arazzi realizzati dalla celebre tessitrice e artista. Per la prima volta lo spazio museale accoglie al suo interno una mostra di arazzi del XX secolo che dialogano con il liberty architettonico delle vetrate e degli ambienti di questo gioiello romano. L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Claudio Crescentini, è organizzata e ideata da “Il Cigno Arte” con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Il catalogo della mostra è edito da “Il Cigno Arte” e presenta saggi del curatore Claudio Crescentini e di Maria Taboga. Conosciuta come “la grande signora italiana degli arazzi”, Niki Berlinguer, nome d’arte di Corinna Adelaide Augusta Fidelia, dopo il suo matrimonio con Mario Berlinguer nel 1950, ha lavorato con gli esponenti principali delle correnti artistiche italiane del secondo Dopoguerra, tra cui Umberto Mastroianni, Achille Perilli, Renato Guttuso, Piero Dorazio, Emilio Vedova e Corrado Cagli. Attraverso il suo lavoro ha reinterpretato le opere di grandi maestri come Hans Hartung, Paul Klee, Vincent van Gogh e molti altri, fornendo con l’arte tessile nuove dimensioni linguistiche e cromatiche, all’insegna della fusione tra tradizione e innovazione. Nel percorso espositivo vengono presentati alcuni tra gli arazzi più interessanti dell’artista, provenienti in gran parte da collezioni private. Molti sono ispirati da un noto artista, tra questi, “Aranceto, da Renato Guttuso”, “Paesaggio, da Carlo Levi”, “Hammamet, da Paul Klee”, “Dai Cinque Monti, tratto da Emilio Vedova” e “Gotica, da Santomaso”, ad eccezione per le opere la cui ideazione va ricondotta a lei stessa, come “Uccello di fuoco” del 1982 e “Primavera” del 1983. Il percorso espositivo è arricchito anche dall’ultima video-intervista dell’artista del gennaio 1994, regia di Maura Cosenza e riprese video di Gianni De Santis, trasmessa in mostra grazie alla collaborazione con il Centro Internazionale Antinoo per l’Arte – Centro Documentazione Marguerite Yourcenar. Gli arazzi di Berlinguer, anche se ispirati dalle opere di grandi maestri, non sono mai copie pedisseque dei modelli che imitano, ma re-interpretazioni, secondo il suo estro e il suo gusto, mediate sempre dalla sua visione del mondo. Sono un unicum nel contesto culturale e storico in cui è vissuta, quel mondo particolarmente creativo che ha segnato Roma nel Secondo Dopoguerra. Berlinguer è stata testimone dell’arte italiana della sua epoca, che ha raccontato con ago e filo. L’esposizione è l’occasione per riscoprire in maniera organica la sua produzione, sparsa in varie personali e collettive per oltre quarant’anni, dal 1952 fino al 1994, anno della sua scomparsa. Nella sua vita è stata una figura moderna per la sua epoca, animata da un pensiero “libero” ed emancipato, distaccata dalle convenzioni femminili del suo tempo. Era riuscita a crearsi un proprio pubblico e uno spazio personale, dove interagiva con artisti noti, trovando soddisfazione nella sua arte.