La Giunta ha approvato la delibera di avvio della procedura di liquidazione di IPA (Istituto di Previdenza e Assistenza per i dipendenti di Roma Capitale) che si concluderà nell’arco di tre anni, entro il 2027. Il provvedimento passa ora all’esame dell’Assemblea Capitolina. Nata nel 1940, IPA registra da molto tempo crescenti problemi di natura gestionale e contabile e, dal 2012, vive prolungati periodi di commissariamento. L’Amministrazione capitolina ha deciso di superare un’inerzia che andava avanti da anni e arrivare così a definire questo percorso, anche per sanare una situazione critica dovuta al fatto che l’azione dell’Istituto non risponde più all’attuale impianto normativo dei settori della previdenza complementare e del sistema di welfare, ormai demandati alla contrattazione collettiva tra il datore di lavoro e le forze sociali. Dal 1° gennaio 2025 cesseranno le attività dell’Istituto. In particolare, per le attività di natura assistenziale si procederà alla separazione dell’area sanitaria da quella dei servizi di welfare, rafforzando la capacità di erogazione diretta dei servizi attraverso i fondi previsti dalla contrattazione collettiva decentrata, destinata al welfare aziendale, anzi ampliando ad esempio le polizze sanitarie in essere a tutti i dipendenti comunali. Dal 1° gennaio 2025 sarà inoltre proposto a tutti i lavoratori di scegliere se transitare nei fondi già esistenti oppure di esercitare il loro diritto di recesso, recuperando le somme versate. La Giunta, al fine della liquidazione, ha poi stabilito il riconoscimento in favore di IPA di circa 37,5 milioni di euro. Nei prossimi giorni il Commissario incontrerà le organizzazioni sindacali per definire il percorso. “Con la chiusura di Ipa andiamo verso un moderno sistema di welfare aziendale e, al contempo, abbiamo voluto tutelare tutti i lavoratori che hanno delle posizioni aperte con l’Istituto; – ha spiegato l’assessore al Personale, Giulio Bugarini – i servizi sanitari saranno integrati nelle polizze aziendali e la parte previdenziale trasferita, per i lavoratori che lo vorranno, nel fondo integrativo”.