Sarà in esposizione fino al 31 agosto 2025 al Museo dell’Ara Pacis la prima grande mostra monografica di Franco Fontana. Oltre 200 fotografie per raccontare l’universo del fotografo modenese, che ha segnato la storia della fotografia e ha accompagnato l’arte contemporanea. La mostra Franco Fontana. Retrospective è curata da Jean-Luc Monterosso. L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Civita Mostre e Musei, Zètema Progetto Cultura e Franco Fontana Studio. Catalogo Contrasto. Mobility Partner Atac; Partner Berné; Radio Partner Dimensione Suono Soft; Media Partner Rai Cultura e Rai Pubblica Utilità; Fashion Partner Rinascente; travel partner Trainline. Curatore di fama mondiale, storico fondatore e direttore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi, Monterosso guida il visitatore alla scoperta dell’universo creativo del fotografo modenese, svelandone aspetti inediti, ripercorrendone l’evoluzione artistica. Attraverso una selezione di oltre 200 fotografie e muovendosi in spazi immersivi, tra particolari installazioni e video, il visitatore scoprirà infinite possibilità ottiche: in un’alternanza di inquadrature ardite, profondità di campo ridotta e inquadrature dall’alto potrà ammirare immagini astratte e minimaliste caratterizzate da una giustapposizione di colori brillanti e da forti contrasti, elementi che hanno reso Fontana un precursore in un mondo fotografico bianco e nero. E seppure temi come gli skyline, i paesaggi e l’architettura urbana, continuino a ricorrere, Fontana rinnova costantemente il suo lavoro. Dalla diapositiva alla polaroid al digitale, seguirà gli sviluppi tecnici della fotografia continuando sempre a sperimentare. Il percorso espositivo si apre con una veduta grandangolare di Praga, usata come copertina della rivista Time Life e del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine e con un ritratto di Franco Fontana realizzato da Giovanni Gastel. Dopo una serie di scatti di paesaggi naturali ed urbani caratterizzati da una forte geometria e dall’essenzialità degli elementi, introdotti da immagini che esaltano il colore bianco come Urbano 1960, il visitatore giunge progressivamente alle opere rappresentative della fotografia a colori negli anni 1960-1970. A segnare la carriera del fotografo e la sua produzione artistica è la pubblicazione nel 1978 del volume Skyline. Nella stessa sezione uno spazio è dedicato ad accogliere alcuni vintage ritraenti soggetti vari come paesaggi urbani, frammenti, asfalti, automobili, e un nudo, NUDO 1969. La mostra prosegue con una serie di scatti di paesaggi naturali catturati nelle varie sfumature delle quattro stagioni: mare, neve e pianure verdeggianti che culminano nella celebre immagine Puglia 1978 precisamente divisa in due blocchi di colori vividi, azzurro intenso del cielo e giallo brillante del grano. Fontana, relativamente ai paesaggi afferma: “Quando fotografo un paesaggio è il paesaggio che entra dentro di me, si fa l’autoritratto, così anch’io diventi un ‘paesaggio’, per esprimermi al meglio”. Il percorso di visita continua con fotografie che rappresentano il sapiente studio sull’ombra del maestro. La sezione si apre con un vintage dalla serie Contact (pubblicazione di Ralph Gibson): nel 1979 Ralph Gibson invita i più influenti fotografi dell’epoca a contribuire al libro Contact Theory con un intero rullino in bianco e nero. Fontana accetta la sfida e sceglie come soggetto il Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR creando opere memorabili caratterizzate da un’atmosfera metafisica. Queste opere introducono una serie di rari scatti realizzati in Francia e in Asia che catturano persone in contesti urbani come Parigi 1994 e Tokio 1983. Nella stessa area il visitatore si immerge letteralmente in piscina, scoprendo l’arte della fotografia negli spazi acquatici. In mostra anche un’incursione nella vita privata del maestro. In esposizione, infatti, una riproduzione dello studio di Fontana, caratterizzato da un insieme confuso di materiali, in netto contrasto con il minimalismo e l’essenzialità delle sue fotografie ed arricchito da una video-intervista del fotografo. Un’area del percorso è interamente dedicata all’esposizione di rare polaroid e polaroid transfer utilizzate quali “appunti visivi” durante i vari reportage. Il visitatore può, inoltre, ammirare un video dedicato al tema del “colore”, posizionato tra due scatti della serie Frammenti, Havana 2017. A seguire alcuni scatti di paesaggi urbani, che comprendono le opere realizzate a Los Angeles dal 1979. Al centro della sezione successiva si alternano diverse opere dedicate all’autostrada, all’asfalto, alle automobili. Durante i suoi viaggi ama fotografare in movimento e, utilizzando un lungo tempo di esposizione, sintetizza e cattura in un unico scatto le linee delle strade come in Autostrada 1975. Dagli anni 70 fino ai giorni nostri, catturato da grafismi e da segni colorati che emergono dalla superficie nera, fotografa l’asfalto e realizza opere esemplari come Asfalto 1990. In quest’area, il pubblico avrà la sensazione di camminare sull’asfalto fotografato grazie a particolari light box con cinque stampe retroilluminate. Inoltre, è possibile ammirare scatti di automobili che tanto affascinano il maestro per la loro forma e design e una video-installazione di cinque fotografie in sequenza, Modena 1978. Il visitatore avrà l’opportunità di comprendere ulteriormente l’importanza della strada per Fontana attraverso un video-book dedicato alle tre strade per eccellenza: la Route 66, la strada verso Compostela e la Via Appia. Quest’ultima chiude la trilogia; è la strada che non solo permette al fotografo di riscoprire i paesaggi a lui familiari che hanno caratterizzato la sua produzione, ma anche rafforza il legame del maestro con la città di Roma e con il patrimonio della nostra civiltà. A seguire, viene presentato un autoritratto del fotografo arricchito dalla sua biografia e, proseguendo nella visita, è possibile ammirare una selezione di nudi femminili, le cui curve sono accentuate da veli e panneggi, accostati a fotografie delle statue del Cimitero di Staglieno, dalla serie Vita Nova. L’ultima sezione della mostra accoglie fotografie dedicate alla moda, alle numerose pubblicità e realizzate in occasione di commissioni private. Dopo l’esperienza di visita, il pubblico ha anche la possibilità di scoprire aspetti privati della vita del fotografo grazie all’esposizione in vetrine di fotografie personali, vinili, altri oggetti per finire con le colorate immagini dalla campagna pubblicitaria più recente di Sportmax del 2020. Con l’obiettivo di rendere i musei luoghi aperti a tutti, la Sovrintendenza Capitolina prosegue nel suo impegno di dotare anche le mostre temporanee di servizi che rispondano alle diverse esigenze della cittadinanza, attraverso un potenziamento continuo dei percorsi di accessibilità. Con la collaborazione di Fabio Fornasari, direttore scientifico presso l’Istituto dei ciechi Cavazza di Bologna, ha preso vita il progetto Biblioteca Astratta, un dispositivo di accessibilità da sfogliare, smontare e rimontare per accompagnare tutti, vedenti e non vedenti, alla scoperta dell’opera del maestro modenese. Composta da sei unità, posizionate nel percorso espositivo, la Biblioteca Astratta è un luogo simbolico, dove ogni scatto di Franco Fontana diventa un silent book tattile.