La sfera e il girotondo, streghe e bambini, una stella che arde e un rito magico, uno stormo di corvi e una processione di scarabei. È misterioso e ricco di fascino l’alfabeto di simboli e immagini che l’artista Danilo Sciorilli sceglie per abitare Casa Vuota con la sua mostra personale dal titolo “Una benedizione mascherata”, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo. La mostra, ospitata nello spazio espositivo domestico di via Maia 12 a Roma, nel quartiere Quadraro, si può visitare fino al 23 marzo, prenotando un appuntamento ai numeri 3928918793 o 3284615638 oppure all’email vuotacasa@gmail.com. “Una benedizione mascherata” presenta tele dipinte, installazioni, un’animazione video e una serie di disegni proposti in modo installativo, tutti realizzati nell’ultimo anno appositamente per Casa Vuota, che trovano nell’uso della grafite come cifra essenziale del linguaggio espressivo il minimo comune denominatore e in un immaginario stregonesco, onirico e cifrato l’orizzonte entro il quale manifestarsi. Lo stesso Sciorilli dichiara: “Mi sono interrogato sul perché percepiamo la nostra vita come una linea retta, con l’idea di andare verso qualcosa; una linea tesa in direzione di una meta da raggiungere. Un fine, una fine. ‘Una benedizione mascherata’ curva la linea della vita e ne fa un cerchio: fatto di ansie e speranze, di danze e gioco, di rituali scuri e ‘aenima’ (termine coniato dal cantante Maynard James Keenan, leader del gruppo progressive metal Tool, crasi di anima ed enema, con sui si intende indicare un rito di purificazione estremo), di corpo e spirito, di quando gioiamo per essere al mondo e di ogni volta che ci sembra un tormento”. Il pensiero esistenzialista di Sciorilli lo porta a riflettere sui grandi temi della vita e della morte, nel racconto di “un’esistenza umanamente umana, di un uomo in costante equilibrio tra l’essere carne e l’essere anima, tra il dover finire ma aspirare naturalmente all’infinito”, dice l’artista. Per esplicitare questa ossimorica dualità, ricorrono nella trama della mostra due elementi simbolici, la sfera e la danza circolare, fili conduttori in costante dialogo tra loro che si ripresentano, opera dopo opera, mutando di forma e di significato. “La sfera – racconta Sciorilli – che cambia incessantemente viaggiando da uno sguardo all’altro è il nulla ed è il tutto. È un buco nero ed è la luna, è una stella che arde o semplicemente un sasso inerme; varie figure poi danzano in tondo, girano e cantano, pregano, affidano le loro speranze a qualcosa al di là o, passo dopo passo, danno vita a riti magici”. La ricerca di Danilo Sciorilli ruota attorno al concetto di fine e al tentativo di superarlo. Per l’artista arte e scienza sono strumenti di conoscenza affini, capaci di predire gli scenari futuri attraverso differenti forme di creatività. Condizionato dall’immaginario cinematografico, realizza animazioni che danno un nuovo senso al tempo e manifestano la sconfitta dell’essere umano di fronte al destino o alla necessità. Le sue opere rappresentano cosmogonie contemporanee, che affrontano questioni legate all’origine, all’evoluzione e alla fine, in chiave spesso ironica. Installazioni, disegni e happening vengono presentati in contesti non istituzionali come in un cinema, in un treno in corsa o in una fiera funeraria. L’ingresso è gratuito.