Dopo mesi di annunci, e tra i vari – e comprensibili – ritardi, finalmente è iniziata la campagna vaccinale anti-Covid. Dal punto di vista scientifico, avere un antidoto alla pandemia in così breve tempo è un risultato strordinario, del quale parleranno anche i libri di storia. Si è iniziato, come è giusto, dagli anziani e dal personale sanitario. Abbiamo letto dei “furbetti del vaccino”, secondo alcuni circa 400 mila persone, che avrebbero saltato la fila. In realtà molti di loro rientrano tra le priorità pur non essendo sanitari, ma almeno su 500 casi stanno indagando i Nas. Parliamo di amministrativi, medici in pensione, congiunti, sindaci, che nella maggior parte dei casi si sono giustificati dicendo che era avanzata una dose già scongelata e l’hanno inoculata per non farla scadere. Scusa non accettabile, giusto che si faccia chiarezza. Intanto, la prima regione a partire con il piano vaccinale è stata il nostro Lazio, dopo un posticipo di sette giorni: l’avvio è stato però spostato di 12 ore “per motivi tecnici”. Il servizio ha poi registrato 2.200 prenotati nei primi 7 minuti per finire di nuovo bloccato. E poi ripartire. Sono state eseguite finora oltre 7mila prenotazioni.