Le procedure mediche tipiche del 1800 comprendevano varie tecniche. Esse erano molto aggressive: più che aiutare il paziente a guarire lo debilitavano enormemente e lo rendevano non più in grado di sopportare altri tentativi di cure.
In quel periodo era solito che i pazienti non sopravvivessero alle cure. Per questo, tra i medici europei più sensibili e più dediti alla propria missione, aleggiava un’insoddisfazione dovuta alla frustrazione di non riuscire a guarire i propri pazienti e addirittura di causarne la morte in alcuni casi.
In questa atmosfera alcuni medici iniziarono a studiare e a riflettere su altri possibili approcci ed è in questo periodo, per esempio, che nasce l’omeopatia ad opera del dott. Samuel Hahnemann.
Il dott. Wilhelm Heinrich Schüssler(1821-1898) si inserisce appieno in questo contesto: dopo un periodo formativo in materie umanistiche e lingue, egli inizia a studiare medicina approfondendo già durante gli studi la teoria omeopatica, secondo la quale “una sostanza che in dosi ponderali provoca un determinato sintomo è la stessa che, diluita e assunta in dosi omeopatiche, può curarlo” (Principio di Similitudine).
Secondo Schüssler il limite dell’omeopatia stava nel fatto di comprendere numerosissimi rimedi e sentiva la necessità di un metodo diagnostico e di cura più snello e semplice.
Egli si concentrò allora, influenzato da altre personalità mediche del tempo, sullo studio della cellula, costituente della vita e base di tutti i processi vitali.
Con questo studio egli individuò 12 sali inorganici costantemente presenti nei tessuti viventisui quali costruì la sua teoria.
Questi sali inorganici furono identificati come “essenziali” per un corretto funzionamento della cellula poiché sempre presenti in quantità fisse e in determinate proporzioni all’interno dell’organismo: la componente inorganica condivide con la sostanza organica la composizione dell’organismo.
Su questa base, Schüssler individuò la malattia nella difficoltà dell’organismo di assorbire, trasportare e utilizzare questi elementi: se questo accade si ha un deficit o un eccesso di qualche elemento e, essendo questi in precise proporzioni, si avrà di conseguenza uno scompenso generale di tutti i sali, con disturbi dell’ambiente intra e extra cellulare.
Di fondamentale importanza è ricordare che non sempre l’assunzione massiccia di un Sale carente riporta all’equilibrio: bisogna tener conto del delicato equilibrio tra i Sali e della conseguente biodisponibilità dell’organismo, per la quale talvolta, nonostante la dieta sia ricca di un determinato elemento, il corpo ne è carente poiché non in grado di metabolizzarlo.
Ma perché questi sali sono così importanti?
I 12 Sali che aveva individuato Schüssler sono dei macronutrienti, ovvero dei nutrienti necessari all’organismo in quantità ponderale (circa 100mg al giorno) e presenti in grande quantità nei tessuti degli organi.
Essi sono normalmente presenti nell’alimentazione umana e vengono assimilati dall’intestino tenue. Da qui passano nel circolo sanguigno per essere poi veicolati verso i tessuti specifici.
Le azioni dei Saliall’interno dell’organismo sono numerose:
- azione di sostegno strutturale (per esempio il silicio o il calcio),
- azione energetica (fosforo),
- azione regolatrice (equilibrio osmotico, acido-base etc),
- azione sul sistema nervoso
- regolazione della contrazione muscolare (anche cardiaca)
- etc
Caratteristica fondamentale nell’assunzione di un Sale è la diluizione.
I Sali non vengono presi in dose ponderale ma diluiti: in questo modo essi lavorano sulla capacità dell’organismo di assorbirli (biodisponibilità) e contemporaneamente nutrono e inducono l’equilibrio fisiologico.
Se sono diluiti, in quale modo si differenziano dall’omeopatia?
La differenza fondamentale con i rimedi omeopatici sta nel fatto che il Sale viene scelto per le sue proprietà biochimiche e non per la similitudine con i sintomi (Principio di Similitudine dell’Omeopatia). Inoltre i Sali riequilibrano i meccanismi fisiologici partendo dalle componenti inorganiche della materia vivente (cosa che l’omeopatia non fa, agendo a livello esclusivamente “informazionale”).
La teoria dei Sali è anche più semplice in quanto si prevede l’utilizzo di soli 12 composti.
Per le ragioni elencate i Sali si posizionano esattamente a metà tra un rimedio omeopatico e un farmaco: è possibile associarli all’omeopatia perché non creano interferenza con l’azione “informazionale” ed energetica del rimedio e, nel caso del farmaco, un Sale non ha sufficienti molecole (essendo diluito) per creare disturbo alla sua azione chimica.
I Sali agiscono quindi come integratori, regolatori metabolici, drenantie favoriscono la riparazione e il recuperodi tutti i tessuti, ripristinando l’equilibrio sostanza organica-inorganica all’interno dell’organismo.
Per concludere, di seguito l’elenco dei 12 Sali di Schüssler, ognuno ha precise caratteristiche e agisce su determinati tessuti ed organi:
- Fluoruro di Calcio
- Fosfato di Calcio
- Solfato di Calcio
- Fosfato di Ferro
- Cloruro di Potassio
- Fosfato di Potassio
- Solfato di Potassio
- Fosfato acido di Magnesio
- Cloruro di Sodio
- Fosfato di Sodio
- Solfato di Sodio
- Biossido di Silicio