Il 16 ottobre è stata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, il Campidoglio ha siglato un Protocollo d’Intesa con il Consorzio Life-Food.Waste.Standup contro lo spreco alimentare. La Fao ha aperto un tavolo di lavoro coinvolgendo le amministrazioni, le attività commerciali, le onlus e i cittadini, l’obiettivo da raggiungere è quello di arrivare a fame zero entro il 2030. Un traguardo in apparenza difficile da realizzare ma non impossibile. Oggi nel mondo c’è una grandissima diversità di distribuzione del cibo. Se da una parte ci sono paesi che lanciano campagne informative contro l’obesità, dall’altra ci sono casi di denutrizione importanti. La Feder Distribuzione ha reso noto dati molto allarmanti, solo in Italia vengono buttati 5 milioni di tonnellate di cibo, ossia il 15,4% di vettovaglie acquistate finiscono nella spazzatura, se volessimo monetizzarle corrisponderebbero a 8,1 miliardi di euro, quasi quanto una manovra economica. In tutto il mondo sono 815 milioni le persone malnutrite, mentre le risorse alimentari prodotte sono necessarie per sfamare 9-10 miliardi di gente. Il problema non è la mancanza di risorse ma un’errata ripartizione. Il Comune di Roma sta mettendo in comunicazione le parti per cercare di riequilibrare questa disequità distributiva. Con la sottoscrizione del protocollo si farà in modo che gli operatori, i distributori economici, la grande distribuzione possano donare le loro eccedenze alle comunità della Capitale. Un cammino simile la giunta Raggi l’ha intrapresa l’anno scorso quando è stato attivato un protocollo contro lo spreco con i mercati rionali per assegnare le eccedenze alimentari agli animali del Bioparco, soprattutto quella parte di cibo troppo rovinata per essere destinata per l’alimentazione umana. Inoltre sono stati firmati protocolli con “i ristoranti universali” come Just Eat per permettere anche a loro di donare gli avanzi integri alle comunità più bisognose e alla Caritas. Il Comune sta lavorando nelle scuole, oltre ad avviare campagne sulla corretta alimentazione e sull’importanza e il rispetto per il cibo, sta coinvolgendo le mense scolastiche, per fare in modo che le derrate non cucinate vengano destinate alle comunità, mentre quelle cucinate ai canili o al Bioparco. L’impegno contro lo spreco è un vincolo che parte da ciascun cittadino e portato avanti a livello comunitario. Il progetto Standup interessa tutti i paesi europei, in Italia c’è la compartecipazione di Feder Distribuzione per quanto concerne la distribuzione, Feder Alimentare per quanto riguarda la trasformazione e il Banco Alimentare che prende in carico la parte logistica e il recupero delle eccedenze alimentari. Oggi la parte di sopravanzo alimentare recuperato è soltanto il 9%.Questo progetto negli anni può contribuire al raggiungimento di importanti risultati. La collaborazione di più parti è indispensabile e in questo è fondamentale il contributo della pubblica aministrazione, che in qualche modo concorre a realizzare sul territorio soluzioni pertinenti che man mano vengono individuate. Il 47% degli sprechi alimentari nasce anche un po’ inconsapevolmente in ambito domestico. In termini economici ogni persona spreca 108 chilogrammi di cibo l’anno che, in riferimento alle indagini condotte dal Dipartimento degli Studi in Tecnologie Agro-Alimentare dell’Università di Bologna e dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, corrisponderebbe in media ad un risparmio di 350€ per famiglia. Tutti insieme e unendo le forze è possibile raggiungere validi traguardi.