La morte di Desirée Mariottini ha riacceso la polemica sulla sicurezza nella Capitale. Molte criticità vengono riscontrate nel VI Municipio principalmente a Tor Bella Monaca e Ponte di Nona dove tra centri di accoglienza, campi rom, furti, rapine e piazze dello spaccio l’incolumità dei residenti è costantemente a rischio. Per contrastare la delinquenza spesso scendono in strada persone costituite in associazioni, le quali stanche di vivere passivamente i disagi dei loro quartieri, organizzano ronde notturne. La Sindaca Raggi nel corso del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica ha asserito che le ronde non sono la risposta giusta. Nelle città serve maggiore presenza dello Stato, presidio del territorio con le forze dell’ordine e la partecipazione di tutti i cittadini. Da qualche tempo in un piccolo quartiere di Roma, si sta sperimentando una nuova procedura per rendere più vivibile e sicura la vita dei residenti. Si chiama “controllo di vicinato”. E’ stato chiesto ai cittadini di collaborare con le forze dell’ordine, perché ha sostenuto la Sindaca, spetta alla polizia il controllo della città, però i cittadini possono collaborare e dove collaborano c’è più vigilanza del territorio, più sicurezza, maggiore consapevolezza della vulnerabilità del proprio quartiere. Alla domanda cosa pensa delle ronde, la Sindaca ha risposto in modo deciso: “Mi oppongo a qualunque tipo di visione che preveda l’uso della forza privata indiscriminata per risolvere problemi di ordine pubblico e ordine sociale – inoltre ha aggiunto – abbiamo la polizia, la polizia deve essere sicuramente aiutata dai cittadini […] devono essere cittadini attivi nel controllo del territorio e possono dare il loro contributo”. Per contrastare la delinquenza che versa nelle periferie la Sindaca ha chiesto da tempo al Ministero dell’Interno una presenza massiccia delle forze dell’ordine a Roma. Il ministro Salvini ha annunciato che presto manderà nella Capitale 150 poliziotti e 100 carabinieri. Oltretutto la Raggi ha chiesto di assumere 2000 unità di agenti di polizia locale da aggiungere all’organico di 6000 operatori già presenti. Inoltre giovedì 25 ottobre si è tenuta una riunione in Prefettura dove Raggi, Salvini e Pignatone hanno affrontato il tema degli sgomberi. Il Comune ha indicato dove intervenire dando priorità sugli edifici a rischio crollo, sulle strutture pericolanti, sugli stabili in situazioni igienico-sanitarie preoccupanti e su tutti quegli immobili raggiunti da una sentenza del tribunale. Nella lista nera figurano anche alcune costruzioni appartenenti al clan dei Casamonica. In futuro la Raggi potrà agire direttamente e fronteggiare molte problematiche della città senza impantanarsi in lungaggini burocratiche. Nel contratto di governo è presente la legge per Roma Capitale, che conferisce al Primo Cittadino maggiori poteri per cominciare da subito a governare la città come i sindaci di tutte le capitali europee.