Il 30 novembre 2018 è data ufficiale della riapertura del Ponte Osa in entrambi i sensi di marcia. Finalmente sulla via Polense è tornata la normalità. Dal giorno della chiusura ad oggi sono molte le domande che i cittadini si sono posti senza ricevere alcun tipo di risposta. Per esempio, ancora c’è chi si domanda come mai non sia stata fatta richiesta della somma urgenza, oppure a quanto ammontano i costi per il rifacimento del ponte o ancora se sia normale che per ripristinare un tratto stradale di venti metri ci siano voluti 8 mesi.
La cronistoria inizia il 6 aprile quando a seguito di un violento temporale, sul manto stradale del Ponte Osa si apre una voragine di 2×1.50 metri. La costruzione è antica costituita da tre archi con una luce complessiva di 14 metri e una larghezza di 9 metri. A cedere è l’arco centrale. Allertati i Vigili del Fuoco e la Polizia Municipale per la predisposizione della messa in sicurezza, la via Polense al Km 1815 viene chiusa al transito veicolare e pedonale. Nei giorni successivi il Municipio contatta il Genio Militare e il Genio Civile pervedere se sia possibile posizionare sul ponte una struttura che possa essere da ausilio, in maniera da ristabilire qualsiasi forma di viabilità. Intanto viene fatta richiesta della cartellonistica per consentire ai mezzi pesanti provenienti da Tivoli, di deviare il percorso in direzione di Via di Lunghezzina in maniera da raggiungere la Collatina ed evitare via Massa San Giuliano.
Il giorno 9 aprile la Commissione Stabili Pericolanti è sul posto e come da richiesta, redige un verbale di relazione indicante i passi successivi da compiere per attivare di nuovo la circolazione sul tratto di strada chiuso. L’11 aprile viene divulgato online il primo video del Presidente Roberto Romanellain cui il minisindaco informa che i lavori sul Ponte Osa non sono di competenza del VI Municipio ma del S.I.M.U. (dipartimento Sviluppo Infrastrutture Manutenzione Urbana) che fa riferimento direttamente a Roma Capitale. Il 19 aprile Nicola Franco (FDI) protocolla un’interrogazione diretta al Presidente Roberto Romanella in cui gli viene chiesto di dare risposte sulla voragine che si è aperta in via Polense. Fabrizio Compagnone (PD) critica l’iter amministrativo, mentre Giuseppe Agnini (Presidente Commissione Lavori Pubblici e Urbanistica M5S) comunica che saranno utilizzati fondi di riserva per le emergenze comunali senza andare fuori bilancio.
Il 20 aprile viene creata una pagina Facebook: Crollo Ponte Osa Roma Est e i cittadini cominciano a riempirla di video e foto come quella che ritrae una scritta che campeggia tra i piloni di cemento e urla: “SIMU dove sei OSA piange”. I comitati di quartiere con i cittadini si mobilitano e inizia una raccolta firme al fine di far accelerare gli interventi per la riparazione del ponte. Il comitato di Corcolle raccoglie 924 firme. I commercianti della zona si sentono in completo abbandono, con la strada chiusa i loro guadagni diminuiscono drasticamente.
Il 23 aprile viene indetta l’assemblea popolare “Ponte dell’Osa” nel punto dove la struttura è crollata. Spuntano cartelli contro la Sindaca Virginia Raggi e il Presidente del VI Municipio Roberto Romanella con la scritta: “Dove siete?” Durante l’assemblea la gente esterna tutta la rabbia. I cittadini si sentono in ostaggio, la chiusura del ponte li obbliga a fare una deviazione di 10 chilometri passando per Castelverde, Lunghezza e Villaggio Prenestino. Alcuni abitanti esasperati si calano nel fiume in segno di protesta, altri bloccano l’incrocio di via Rocca Cencia paralizzando il traffico. Nel frattempo vengono vagliate diverse soluzioni:la costruzione di un ponte Bailey (un ponte militare provvisorio da posizionare in tempi brevi); l’apertura di un senso unico alternato; la riapertura della vecchia Prenestina; chiedere l’autorizzazione al comune di Montecompatri per la realizzazione di una strada parallela a un terreno adiacente. Nei giorni successivi il SIMU provvede a inviare due operai per pulire a mano le due arcate laterali ostruite da detriti di diversa natura e per verificare quali siano realmente le condizioni generali del ponte, per consentire l’apertura di un passaggio pedonale e isolare completamente il versante interessato.
Il 24 aprile viene postato il secondo video, il Presidente Romanella comunica che sono intervenuti sul ponte i militari del Genio Pionieri e che a breve faranno sapere quali sono i costi di montaggio e di gestione del ponte Bailey. Sergio Nicastro, Assessore ai Lavori Pubblici del VI Municipio riferisce che l’ipotesi avanzata dal Genio Pionieri è quella di installare una struttura a “scavallo” dell’attuale ponte danneggiato per consentire il transito a senso unico alternato di mezzi anche pesanti e valutare, con un sopralluogo da parte della Commissione Stabili Pericolanti, la possibilità di aprire da subito un passaggio pedonale. Il Genio Pionieri si impegna a comunicare i tempi e i costi all’amministrazione per attivare al più presto questo tipo di soluzione. Quanto esposto, il Municipio lo invia al Gabinetto della Sindaca. Il 26 aprile la Commissione per la verifica delle condizioni statiche degli edifici capitolini e in uso a Roma Capitale si reca sul Ponte Osa e a seguito di verifiche sullo stato della struttura, predispone un verbale che viene trasmesso al Dipartimento SIMU per avviare le successive pratiche volte alla riapertura al solo transito pedonale che avviene il 27 aprile. Il 28 aprilei cittadini di Roma Est si mobilitano a favore dei negozianti del Ponte Osa e nasce l’iniziativa “Un selfie per un ponte di solidarietà“, un modo semplice per sostenere le attività commerciali a ridosso del cavalcavia.
Il 4 maggio alcuni esponenti del PD con diversi cittadini presidiano il Ponte Osa. Matteo Orfini (PD) attacca il Municipio VI per non aver fatto richiesta della somma urgenza e per aver sequestrato i residenti nel loro quartiere, Fabrizio Compagnone trova inaccettabile i tempi lunghi per il normale ripristino della viabilità. Lo stesso giorno viene finalmente posizionata la segnaletica. Dopo un mese finalmente Castelverde è esclusa dal passaggio dei mezzi pesanti. L’8 maggio il Presidente Romanella e l’Ingegner Nicastro, in un video su Facebook, fanno il punto della situazione comunicando la necessità di sottoporre il ponte a prove di carico per sbloccare l’iter tecnico amministrativo e consentire a breve il posizionamento del ponte Bailey che garantirebbe il transito veicolare a senso unico alternato a una velocità ridotta. Il 10 maggio associazioni, comitati di quartieri di Roma Est e cittadini si danno appuntamento al VI Municipio per manifestare il loro dissapore e per sollecitare l’amministrazione a una rapida risoluzione del problema. Il 12 maggio mentre la Sindaca Raggi è impegnata a tagliare il nastro di inaugurazione della nuova fermata della Metro C a San Giovanni, alcuni abitanti del versante prenestino con addosso una maglietta bianca con la scritta “Osa crolla ma non molla” organizzano un flashmob portando avanti l’istanza della struttura crollata. Purtroppo non riescono ad incontrare la Prima Cittadina, ma la loro presenza riesce ugualmente ad attirare la curiosità di romani e turisti.
Il 14 maggio vengono eseguite le prove di carico sul ponte con l’ausilio di due autocarri di 38 tonnellate. Il 17 maggio l’ingegner Fabio Pacciani del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma e l’Assessora Margherita Gatta riferiscono in Commissione che dopo le prove di carico il ponte potrà essere riaperto a senso unico alternato regolamentato da un semaforo. Il 25 maggio viene aperto il passaggio veicolare a senso unico alternato, lasciando disponibile un attraversamento pedonale messo in sicurezza. Il 7 giugno Rai Tre è sul ponte e durante la trasmissione “Buongiorno Regione” alcuni esponenti del comitato di quartiere con un numero discreto di residenti mostrano la condizione del ponte e si lamentano dell’inefficienza dell’attuale amministrazione. Il 20 giugno un nuovo post del Presidente Romanella comunica che proseguono i lavori di pulizia nel fosso dell’Osain vista dell’intervento definitivo che consentirà l’apertura del ponte nei due sensi di marcia. Il 17 settembre si tiene un sopralluogo per verificare lo stato di avanzamento dei lavori e il corretto ripristino della viabilità in ambedue le corsie. Sul posto intervengono il Presidente della Commissione Lavori Pubblici Giuseppe Agnini, con l’Assessore Ing. Nicastro, il S.I.M.U., i funzionari dell’U.O.T. (Unità Operative Territoriali) e del VI gruppo di Polizia Locale del Municipio e alcune rappresentanze di cittadini.
Dal 24 settembre al 6 ottobre il Ponte Osa viene chiuso perlavori di consolidamento. Oramai siamo agli sgoccioli, ma prima dell’apertura di entrambi i sensi bisogna ancora percorrere il tratto a senso unico alternato. Il 2 ottobre viene convocato un Consiglio Straordinario per il Ponte Osa per far luce su alcune questioni che riguardano la struttura. Nicola Franco (FDI) e Dario Nanni (Gruppo Misto) accusano la maggioranza di non aver comunicato i costi sostenuti, la durata e la procedura dei lavori. Viene inoltre recriminata la scelta di interagire con i cittadini e l’opposizione utilizzando dei profili social personali e non canali ufficiali. Fabrizio Compagnone sostiene che 5 mesi per gestire l’apertura del ponte sono troppi, mentre Massimo Fonti (FDI) attacca la maggioranza per non aver usufruito di fondi straordinari per gestire in tempi più rapidi l’emergenza del Ponte Osa. Il 9 novembre il ponte viene di nuovo chiuso per consentire le prove di carico, ma per poter togliere definitivamente il semaforo bisogna attendere la risposta del Genio Civile che si fa attendere.
Il 30 novembre il Ponte Osa viene riaperto al trafficoe ricostituita la corretta viabilità in entrambi i sensi di marcia. Ancora sono sconosciuti i costi, intanto ai cittadini viene restituita un’opera ben fatta e messa in sicurezza, la burocrazia ha remato contro, ma alla fine i tempi stimati della messa in opera, secondo le previsioni degli addetti ai lavori, sono stati pienamente rispettati anche se resta il dubbio: perchè non è stata fatta richiesta della somma urgenza?