Casa Barnekow, la Porta Alchemica, una nave imperiale cinese nascosta in un bosco. Sembrano luoghi frutto dell’immaginazione, invece sono reali e visitabili. Si trovano nei dintorni di Roma e si possono scoprire intrecciando arte, storia e mistero, rincorrendo leggende e avventure. Per chi è curioso e desidera confrontarsi con tutto questo, una tappa è Anagni, dove si trova Casa Barnekow, celebre edificio che ha ospitato anche Dante Alighieri. Il suo nome lo deve al barone svedese, pittore e alchimista, che vi si stabilì nella seconda metà dell’Ottocento. Fa parte del circuito delle Dimore Storiche del Lazio, risale al Medioevo e si dice che sia un portale magico per accedere al mondo del sacro, del soprannaturale e dell’eterno. Affreschi e lapidi, opera dello stesso barone, decorano la facciata. Ci sono voluti 25 anni di lavoro e rappresentano un documento della simbologia esoterica, un esempio di quella che in passato era considerata la scienza principale, l’alchimia.
Rimanendo in tema e spostandosi dopo Rieti, il centro storico di Rivodutri ospita un arco solitario ornato di strane sculture e iscrizioni. Si trova di fronte ad un piccolo giardino, è la Porta Alchemica, che la leggenda dice essere legata alla pratica delle cosiddette scienze occulte. Ci sarebbero incise indicazioni preziose per la trasformazione in oro di ogni materiale o per l’elevazione spirituale allo stadio nobile dell’individuo vile. I simboli planetari sono associati a metalli, piramidi, cerchi, iscrizioni in latino ed ebraico e una stella a sei punte, il sigillo di Re Salomone. Nella Porta Alchemica ricorrono molti dei simboli classici della cultura esoterica, tra cui la figura di Mercurio (Hermes), primo agente della Pietra Filosofale.
Dalla Porta Alchemica alla nave imperiale cinese, che si scorge tra gli alberi del primo bosco didattico del Lazio. All’interno della Tenuta di Sant’Egidio c’è un monumento marmoreo, copia della nave imperiale, ridotta in scala 1:3, costruita nel 1895 per il 60° compleanno dell’imperatrice della Cina. È tuttora ancorata sulle sponde del lago Kunming, nel Palazzo Imperiale d’Estate a Pechino. Come mai si trova tra gli alberi della Tuscia? Lo si deve all’incontro, avvenuto negli anni Sessanta, tra l’imprenditore Eugenio Benedetti e l’Ultimo Imperatore Pu Yi, grazie al quale consolidò un’intensa collaborazione per l’estrazione di marmo pregiato sui monti Hebei e Honan, aprendo così in territorio cinese 34 cave. In occasione del suo 75° compleanno Benedetti ricevette 100 tonnellate del marmo bianco, che fu utilizzato per la costruzione della nave, che si trova all’interno delle mura dell’antica Chiesa della Santissima Trinità, sprovvista di tetto.
Tornando a Roma, un luogo da visitare è il Cimitero Acattolico nei pressi della Piramide Cestia. Qui riposano persone di ogni nazionalità, Paese, lingua, età. E’ uno dei luoghi di sepoltura, tuttora in uso, tra i più antichi d’Europa, il cui utilizzo risale al 1716. Sono oltre 4mila le persone di varia nazionalità, tra inglesi, tedeschi, americani, scandinavi, russi, greci, qualche cinese e alcuni rappresentanti di altri Paesi orientali, che qui riposano. Vi sono scrittori, pittori, scultori, storici, ma anche archeologi, diplomatici, scienziati, architetti e poeti, alcuni di fama internazionale come i poeti John Keats e Percy Bysshe Shelley, il figlio di Goethe, il pittore russo Karl Brullo e Andrea Camilleri. Il Cimitero Acattolico è diventato simbolo di artisti e poeti che, non professando la religione cattolica, qui hanno trovato una degna sepoltura, varcando confini e religioni. Ci sono tombe appartenenti all’Islam, allo Zoroastrismo, al Buddismo o al Confucianesimo. Le iscrizioni sono in più di quindici diverse lingue comprese lituano, bulgaro, ceco-slavo, giapponese, russo, greco e avestico. Simbolo di questo luogo è l’Angelo del Dolore, la statua realizzata dallo scultore statunitense William Wetmore Story, qui sepolto con un figlio e la moglie alla quale dedicò l’angelo piangente. Dopo aver vissuto queste esperienze, chi si trova a Roma e desidera vivere emozioni intense anche nel soggiorno, Eitch Borromini, antica dimora ospitata da un edificio realizzato dal Borromini tra il 1654 e il 1659 – un ramo di Palazzo Pamphilj, il Collegio Innocenziano – offre la possibilità di dormire sotto affreschi seicenteschi, consumando la colazione davanti alla fontana dei Quattro Fiumi del Bernini. Gli affacci delle camere su Piazza Navona e sui tetti di Roma spaziano dalla cupola del Pantheon a San Pietro. L’ingresso è alle spalle di Piazza Navona.