Presentato in Campidoglio il “Piano per le Opere pubbliche dei programmi urbanistici nelle periferie”, 100 milioni di euro (come dotazione iniziale) per sostenere una serie interventi nei programmi urbanistici dei territori più periferici di Roma. Il Piano agisce in maniera coordinata su più fronti: Piani di zona, Piani di recupero urbano e le cosiddette Zone O e Toponimi (quartieri ex abusivi di Roma). “Oggi parte un programma senza precedenti di interventi nelle periferie per tanti quartieri che sono privi di opere primarie, che non hanno illuminazione e fogne o non sono collegati adeguatamente, perché dal punto di vista urbanistico molti processi erano bloccati da anni; – spiega il Sindaco Gualtieri – questo piano da 100 milioni che ci consentirà di intervenire in tantissimi territori: dai piani di zona ai programmi di recupero urbano, fino alle zone O e ai toponimi. Si tratta di numerosi interventi studiati con i cittadini, perché a Roma non ci possono essere quartieri di serie A e serie B e nelle periferie bisogna recuperare il tempo perduto”. “Per la prima volta da 15 anni – commenta l’assessore all’Urbanistica Veloccia – l’urbanistica si riappropria del ruolo di regia delle trasformazioni e anche di attuazione diretta delle opere pubbliche. Abbiamo previsto interventi che sanano delle ferite: penso ai piani di zona di Torresina, di Pian Saccoccia, di Trigoria. Poi penso a lavori che possono proiettare alcuni quartieri nel futuro, come il ponte che collegherà la Magliana con l’università di Roma Tre o alla mobilità, con gli interventi nel Municipio XIV, dove tra Casal del Marmo e Torresina si muore di traffico. Oppure agli interventi nelle ‘zone O’ dove i cittadini hanno pagato gli oneri dei condoni per avere a disposizione opere pubbliche che negli anni non sono state fatte”.
I particolari del Piano
Circa 32 milioni destinati ai Piani di zona che permetteranno di portare a termine interventi fondamentali e attesi di urbanizzazione primaria e secondaria: in alcuni quartieri, si tratta di illuminazione pubblica, marciapiedi, rete potabile, rete fognaria. Le risorse sono state ricavate dalle entrate derivate dallo sblocco delle procedure di affrancazione e trasformazione. Tra questi ci sono gli oltre 5 milioni stanziati nel Piano di Zona Trigoria IV Via Trandafilo, che saranno investiti per cabine elettriche, completamento della rete potabile, fognaria, elettrica, e illuminazione pubblica e i 4 milioni per il completamento delle opere nel Piano di Zona B44 Torresina 2, per la rete potabile, quella fognaria, i marciapiedi, l’illuminazione pubblica, le strade, e la segnaletica. Sono inoltre previste opere analoghe a Ponte Galeria per circa 5,4 milioni, Colle Fiorito per circa 4,5 milioni, Pian Saccoccia per circa 3,2 milioni, Tor Cervara per circa 4,3 milioni, Osteria del Curato per circa 3,4 milioni e Muratella per circa 1,4 milioni. Per quanto riguarda i Piani di recupero urbano, sono circa 45 milioni le risorse derivanti da Fondi ex art.11 (ex Gescal, oneri urbanizzazione) destinati alla realizzazione di opere attese da anni. Tra queste ci sono il restauro e sistemazione museale del Casale della Massima e la realizzazione di un ponte ciclopedonale e tra il quartiere Magliana e Valco San Paolo. Sono circa 23 milioni, invece, i fondi destinati alle zone ex abusive, Zone O e Toponimi, e provengono dai versamenti delle Acru (Associazioni consortili di recupero urbano) e da oneri per sanatorie dei condoni delle zone O.
Gli aspetti del Piano che determinano un nuovo approcci
– la destinazione dei fondi provenienti dalle periferie torna alle periferie stesse: il finanziamento di queste opere, infatti, deriva per la maggior parte da oneri concessori e finanziari generati da interventi attuati nelle periferie;
– Roma Capitale torna a realizzare direttamente le opere pubbliche di urbanizzazione superando il regime di esclusivo affidamento ai privati;
– il recupero di fondi statali dormienti, come ad esempio quelli ex Gescal, destinati dall’inizio degli anni duemila alla Capitale e mai spesi finora;
– lo sblocco delle procedure di affrancazioni e trasformazioni dal 2021, i cui proventi vengono destinati al completamento dei Piani di Zona;
– versamenti da parte dei Consorzi di recupero urbano a Roma Capitale con vincolo di destinazione per la realizzazione di opere pubbliche nelle periferie ex abusive.
Le modalità di realizzazione delle opere
La realizzazione di queste opere avverrà attraverso due distinte modalità: nel caso delle opere relative alle Zone O e ai Toponimi saranno progettate e attuate direttamente dalla società in house Risorse per Roma; per le opere di urbanizzazione previste nei Piani di Zona e nei Piani di Recupero urbano, sia la progettazione esecutiva e sia la realizzazione avverrà attraverso lo strumento dell’Accordo Quadro. In tale ottica l’Amministrazione capitolina ha indetto lo scorso 20 settembre una gara dal volume di circa 200 milioni di euro gestito dalla Centrale unica degli appalti che si concluderà il 28 ottobre 2024. L’Accordo avrà una durata di 48 mesi a partire dalla data di sottoscrizione del primo contratto applicativo. Lo strumento dell’Accordo Quadro è stato scelto proprio in quanto consente maggiore efficienza e rapidità e permette di evitare la frammentarietà derivata dalla molteplicità di affidamenti separati. Sarà possibile, inoltre, incrementare nel tempo la dotazione finanziaria e, di conseguenza, la quantità delle opere del Piano attraverso ulteriori versamenti ACRU, ulteriori fondi derivanti da affrancazioni e trasformazioni e oneri concessori versati dagli operatori privati contestualmente al ritiro del pdc e dall’escussione delle polizze fidejussorie per inadempimenti.