“Chi sa” può decidere.
Un’affermazione audace, che rivela il valore della scuola, cui spetta il compito di trasmettere la conoscenza e consentire lo sviluppo critico necessario ad affrontare le sfide dell’individuo nel percorso della vita. In realtà, da anni a Castelverde si registra una mancanza di scuole che costringe bambini e ragazzi a diventare studenti pendolari. Emergenza, più volte segnalata alle Istituzioni dal Comitato di Quartiere di Castelverde, e Isabella Frangella (Vice Presidente CDQ Castelverde), spiega: ” I piani di zona prevedono su questo territorio con un’alta incidenza di giovani, la presenza di molte scuole: a Lunghezzina 1 e 2, a via Val di Contra e Via Città Sant’Angelo (Castelverde), a Fosso San Giuliano, scuole mai realizzate, benché alcune progettate e finanziate. Lo stesso liceo Amaldi, è una succursale dell’Istituto che ha la sede centrale a Tor Bella Monaca, mentre potrebbe essere una struttura autonoma di completo indirizzo classico, scientifico e linguistico, come da progetto gratuito, presentato dall’Università di Camerino, per il quale Città Metropolitana aveva stanziato soldi per la realizzazione, fondi successivamente spostati per un’urgenza.
D: Ma a questa carenza strutturale come si è provveduto?
R: “In realtà – risponde la Frangella – l’aumento demografico registrato a Castelverde, ha costretto gli Istituti scolastici a chiudere i laboratori, fondamentali soprattutto ora, che l’indirizzo del Paese va verso la dematerializzazione, quindi il non utilizzo di lavagne elettroniche, di tablet e di tutti gli strumenti essenziali per una formazione a 360 gradi penalizza gli studenti, generando disuguaglianze di apprendimento, e delle difficoltà riscontrabili solo tra qualche anno quando i giovani dovranno affrontare le nuove sfide della società”.
D: Quindi molti Istituti sono stati costretti a togliere i laboratori?
R:“Non solo – afferma il Vice Presidente CDQ Isabella Frangella – ad esempio, a Castelverde grazie ad un PON, l’Istituto è riuscito ad aprire un laboratorio di informatica che non è utilizzato, in quanto lo spazio serve per soddisfare l’esigenza di aule.
D: Questa apertura di laboratori e di tutti gli spazi liberi è rapportata rispetto ai servizi?
R: “Il tema è anche questo – prosegue la Frangella – alle classi realizzate in più, non corrispondono bagni a sufficienza. La stessa mensa viene fatta a turnazione e genera disagi su tutto il sistema scolastico, aggravato dall’emergenza COVID e dall’età degli studenti che non permette di far seguire sempre con efficacia regole di distanziamento sociale. Sostanzialmente, a Castelverde per la scarsità pregressa di aule, tutti gli spazi occupabili erano già occupati e l’emergenza Covid con le regole di distanziamento ha costretto pertanto, molti bambini a un pendolarismo per motivi di studio. Un esempio, è lo spostamento del plesso di Osa, trasferito nella chiesa di Prato Fiorito. Il tragitto, crea numerosi disagi ai genitori che hanno più figli dislocati nei vari plessi. Tuttavia, il cambiamento ha dato la possibilità ai ragazzi di fruire di una struttura adeguata alle proprie esigenze, considerato che la scuola di Osa era priva di alcuni servizi, come ad esempio la palestra.
Proprio per l’emergenza Covid spesso si parla della scuola in via Cesare Saldini già realizzata e mai aperta. Cosa è stato fatto dal CDQ in questi anni?
“In realtà – risponde il Presidente CDQ Castelverde Simone Casaccia – il Comitato di Quartiere, sono anni che sollecita le Istituzioni affinché vengano attuate le convenzioni urbanistiche, stipulate con gli imprenditori. Quest’opera a scomputo, fa parte del Programma Integrato 2 Lunghezzina – Consorzio Valle Aniene”. Convenzione che prevedeva la realizzazione di un edificio scolastico ubicato nell’area destinata a servizi pubblici nel piano particolareggiato di zona “O” n. 72 Monte Michelangelo. Nonostante, assegnata dal Dipartimento scuola all’I.C. di Castelverde già dal 2016, è a tutt’oggi chiusa perché priva di parcheggio e opere primarie. Quindi la domanda non è cosa ha fatto il CDQ Castelverde (che tuttavia, ha incessantemente lavorato e continua a lavorare per garantirne l’apertura), la domanda legittima semmai è “chi ha stipulato una convenzione del genere ossia una scuola priva di rete fognaria e parcheggio”? In pratica è come se si decidesse di aprire un aeroporto privo di pista di atterraggio. E’ certo, che la mia squadra continuerà a lavorare presso Dipartimenti e Istituzioni affinché Castelverde abbia una dotazione di scuole sufficiente”. “Tuttavia – interviene Katia Di Paolo (coordinatrice commissione scuola CDQ), malgrado le diverse criticità fin qui espresse(carenze strutturali, emergenza Covid, sostituzioni di più dirigenti), gli Istituti garantiscono una didattica regolare e riescono a somministrare una proposta formativa adeguata e pertinente”. “Il nostro obiettivo – conclude Isabella Frangella – è assicurare una pluralità di formazione su questo quadrante. Pertanto, come CDQ sosterremo tutti i dirigenti scolastici, indirizzati a produrre linee guida tramite il PTOF (piano triennale offerta formativa) che garantisce agli studenti della nostra comunità una scuola innovativa e all’altezza delle future sfide.