Sono giorni che a Roma si parla solamente di “emergenza rifiuti”, sui social circolano foto di strade e parchi strapiene di immondizia. Non bastano le critiche della sindaca alle precedenti amministrazioni, e scarica tutti i problemi alla municipalizzata che riconosce la criticità della situazione
L’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari invece fa sapere che il programma di raccolta ha tenuti e con ulteriori programmi potrebbe rientrare l’emergenza. Dalle opposizioni insorgono e scaricano tutta la problematica alla sindaca che è incapace di governare una città come Roma che necessita di risoluzioni a lungo e a breve termine, mentre la situazione nella città sembra irrisolvibile e continuare in questo modo porterebbe la città al collasso dei rifiuti e forti disagi per i cittadini fino ad una grave crisi sanitaria.
Roma per quanto riguarda i rifiuti ha sempre avuto un suo controllore, un potente imprenditore che da anni è aòl centro di accuse e indagini per l’opaca gestione dei suoi stabilimenti. Come non bastasse non dimentichiamo che ama qualche anno fa ha avuto gravi guai finanziari rischiando la bancarotta. Roma è una delle ultime capitali d’Europa ad avviare le procedure della raccolta differenziata e ne paga lo scotto in un momento come questo.
Come se non bastasse le festività natalizie, capodanno e la befano hanno creato un forte aumento della produzione di riufiuti, si è calcolato che mentre i romani producono un totale di 4.500 tonnellate di rifiuti al giorno sotto le festività la produzione ha superato le oltre 5.000 tonnellate.
Numeri sopra la soglia nazionale anche quelli rivolti alla singola persona, se nel bel paese i rifiuti che un italiano riversa all’anno sono di 480 chili a Roma invece ogni romano ne produce 590 chili annui. Questi della capitale sono numeri alti e ne consegue che anche pochi giorni fuori dall’ordinaria amministrazione ne provoca un emergenza difficile da gestire.
Durante le festività natalizie gli impianti ama sono rimasti chiusi quelli privati hanno lavorato a 1/3, i camion che portano la spazzatura fuori dalla città di conseguenza sono stati costretti a rimanere fermi. Alla riapertura degli stabilimenti gli spazi per i rifiuti non erano sufficienti
C’è anche un altro problema che è quello della mancanza di compattatori e i mezzi utilizzati come furgoni sono vecchi e fermi per guasti per sopperire a quest’ultima esigenza si è trovata la soluzione temporale di ricorrere al noleggio di nuovi mezzi, ma la gara che è stata indetta è andata deserta: “Le imprese hanno giudicato incompatibili i contratti di AMA con i loro contratti standard, che prevedono un certo numero di ore e un pagamento a consuntivo per le ore extra. Dunque la municipalizzata dovrà procedere ad adeguarsi, stanziando un fondo extra per le ore aggiuntive” fanno sapere dalla municipalizzata.
Un altro problema riguarda lo smistamento dei rifiuti romani, la convenzione con l’Austria che vedeva lo smaltimento di 70 mila tonnellate di indifferenziato l’anno è scaduto da oltre 2 mesi.
Arrivano in soccorso della capitale il presidente della Regione Lazio Nicola Zinagaretti e quello dell’Emilia Romana Stegano Bonaccini entrambi del Partito Democratico che avevano trovato una soluzione con Parma e Bologna, ma l’amministrazione Raggi ha rifiutato giustificando l’accordo troppo costoso. Voci di corridoio dicono che il rifiuto viene dai vertici dei 5stelle che non volevano nessun accordo con l’attuale sindaco Pizzarotti ex grillino.
Roma guarda alla Toscana, come regione più conveniente per la collettività dal punto di vista economico e geografico, e l’Abruzzo, entrambe più vicine alla capitale e meno costose.
Attualmente circa la metà delle 43 mila tonnellate che Roma invia nella struttura di trattamento meccanico biologico di Aielli, in Abruzzo, dopo il trattamento finisce comunque negli inceneritori dell’Emilia.
Altra contraddizione della giunta Raggi è quella di accendere un impianto ad Ostia che proprio i grillini avevano promesso di tenere spento.