Virginia Raggi dovrà proclamare la vittoria del sì al referendum del novembre del 2018 sulla messa a gara del trasporto pubblico locale a Roma. A stabilirlo è stato il Tar del Lazio, che ha ordinato alla sindaca di Roma di dare seguito, attraverso una apposita ordinanza, al risultato referendario. Nel caso che la Raggi non dia seguito a quanto richiesto entro dieci giorni a partire da oggi, il Tar ha già nominato il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, come commissario ad acta per attuare la sentenza.
La sindaca aveva parlato di Atac nella mattinata di oggi dalla sua pagina Facebook, ricordando che “in soli due anni è stato fatto un piccolo miracolo: abbiamo salvato Atac, l’azienda di trasporto pubblico di Roma, e comprato 555 bus in soli due anni. Entro il 2021 saranno oltre 900 i mezzi completamente nuovi nelle strade di Roma”, e aggiungendo che “al nostro arrivo abbiamo trovato autobus vecchi: alcuni con oltre 20 anni di età, altri dimenticati nei depositi. Abbiamo cambiato le regole del gioco e ricominciato a investire, senza fare sprechi. In concreto vuol dire anche realizzare più collegamenti per le nostre periferie. Un bel risultato per la nostra città”.
Ora arriva la sentenza del Tar, con Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani e tra i promotori del referendum, che spiega: “Da tempo diciamo che Virginia Raggi ha truccato il più grande esercizio di democrazia partecipata mai tenutosi in Italia a livello locale: il referendum per la messa a gara del servizio di trasporto pubblico a Roma. Se non lo avesse fatto, dando al voto il risalto che le regole imponevano, avrebbero votato ancora più cittadini dei 400mila che in larghissima maggioranza hanno detto basta alla gestione clientelare di Atac per chiedere trasparenza e pubblicità nella gestione del servizio di trasporto pubblico. Oggi il Tar ha accertato che la sindaca è inadempiente anche rispetto all’obbligo di adempiere a quella sentenza”.