Quest’anno è stato duro e complicato viverlo, cercando il più possibile di mantenere la coerenza ed il rispetto delle nostre idee. Tutto l’anno ci sono rimbalzate frequentemente ed in maniera sempre forte due parole: sentire e vedere. Da molti anni il sentire e vedere era schermato dalla comunicazione mediatica dove le priorità le danno le statistiche , cosicché come diceva Nicolini tanti anni fa : “ tutto è legato al consenso” e quindi alla pancia delle persone e al loro bisogno immediato.
Questo è stato usato da pochi per indirizzare le persone per aumentare il loro potere sia sociale che economico. D’altra parte ricordiamo che lo stesso Mussolini disse in uno scritto famoso che il fascismo lo aveva trovato nella testa degli Italiani. Eliminando negli anni, piano piano, a piccoli passi fino ad arrivare alla sua distruzione , la credibilità della competenza, della cultura, nella sua totale espressione, cosicché oggi la pandemia ha riportato in evidenza tale mancanza.
Oggi si dice che occorre più Stato, ma negli ultimi trent’anni è stato denigrato, distrutto a favore di interessi personali dando priorità al Privato, sottolineando che è migliore.
La pandemia ha insegnato a tutti che lo Stato è importante e dove non è forte le differenze sociali aumentano. I nostri giovani non essendo abituati a studiare il perché del presente attraverso la lettura del passato , una lettura non fatta sul bagnami, i più grandi tra noi ricordano che il bagnami era il riassunto della cultura, bisogna aiutarli a ritrovare la curiosità.
Curiosità, ritorniamo alle due parole che ci rimbalzavano : sentire e vedere, curiosità significa andare a leggere tutto il libro e non il suo sunto, se qualcuno da’ informazioni scientifiche, sociali, culturali, giuridiche religiose, o altro , andare alla fonte controllando di persona e non delegare perché ciò ci ha portato al pasticcio che oggi viviamo, che la realtà per molti di noi non ha distinzione tra la reale e la virtuale.
Dobbiamo aiutare i giovani a questo esercizio. Ci è venuto in mente un esempio: un palco con un numero imprecisato di sipari, il pubblico sta davanti al primo per cercare la realtà bisogna aprire tutti i sipari che sono davanti e tutti insieme ci dobbiamo aiutare a fare ciò perché nessuno di noi è immune da tale condizionamento. Noi continuiamo con il nostro impegno ed il nostro lavoro, le nostre forze, anche se siamo piccola cosa , all’Ex Mercato, ma è dalle piccole cose che si deve ricominciare per ottenere grossi risultati.
Marco Marinelli