Molto si è detto e si dice su questa pianta che spesso viene definita “il rimedio per evitare la chemioterapia” per combattere il cancro.
In effetti molti studi clinici stanno investigando l’effetto anticancro di derivati dell’artemisinina e di altri componenti estratti dal fitocomplesso, l’insieme delle sostanze di cui è composta la pianta. I risultati sembrano molto promettenti, ma ancora manca la fase clinica di controllo. Finché la ricerca clinica non otterrà un farmaco con determinati standard di efficacia e sicurezza questa pianta non potrà essere prescritta dai medici. In Italia questo rimedio è disponibile in commercio solo come prodotto erboristico, quindi in formulazioni di grande variabilità per concentrazione e purezza. È inoltre vietata qualsiasi indicazione terapeutica su tali prodotti.
In Oriente l’Artemisia è una pianta molto conosciuta e molto usata. Nel 2015 la farmacista cinese, To You You, vinse il premio Nobel per la medicina per aver scoperto, negli anni ’70, l’uso dell’Artemisia nella malaria, salvando milioni di vite umane. Trovò come trattare l’intera pianta per ottenere il massimo dell’efficacia. Oggi la maggior parte dei farmaci convenzionali in commercio per la malaria sono costituiti dai derivati di questa pianta.
La ricerca scientifica è ed è stata una dei fondamenti del progresso della nostra società. Ma è costosa e sempre meno gli organi statali e universitari riescono a promuovere una ricerca indipendente. Per questo sempre più ricercatori, medici e cittadini chiedono che la ricerca sia meno assoggettata a chi la finanzia. Circa l’80% della ricerca è privata quindi spesso prevalgono le logiche della brevettabilità, su singole molecole o processi di produzione, e delle competizioni industriali. Accade inoltre che nelle carriere accademiche prevalga l’interesse personale dei ricercatori che tendono a preferire studi che siano facilmente pubblicabili sulle riviste scientifiche più accreditate. Tutto questo fa si che su questa pianta predominino molto spesso le terapie di origine popolare come qui appresso vi indichiamo:
In Erboristeria: coadiuvante per la digestione e attenuazione dei dolori mestruali.
La pianta è considerata utile a promuovere la digestione ed è impiegata anche come antispasmodico per i dolori mestruali.
Al momento, tuttavia, non vi sono evidenze scientifiche tali da giustificare questa tipologia d’uso. Nella Medicina di origine popolare l’Artemisia ha proprietà:
• diuretiche;
• amaro-toniche;
• emmenagoghe;
• antispasmodiche;
• ansiolitiche;
• anticonvulsionanti;
• inducenti il sonno;
• sudorifere;
• febbrifughe;
• colagoghe;
• sedative;
• antielmintiche;
• anoressizzanti;
• digestive;
• ed altro.
Su questo, va precisato, non vi sono evidenze scientifiche a comprova.
L’attività biologica dell’Artemisia
Come dicevamo l’Artemisia è utilizzata per il suo olio essenziale e per l’estratto acquoso ottenuto dopo particolari procedure estrattive. In realtà, però, a suscitare il maggior interesse di chi l’assume sono le sue proprietà digestive e antispastiche. sono, probabilmente, quelle digestive e antispastiche. Anche in questo caso, però, mancano evidenze scientifiche a sostegno della tesi popolare.