Dopo l’attesa apertura avviata nel mese di luglio le discoteche sono di nuovo costrette a chiudere.
Il COVID-19 non smette di fare danni ad un settore in crisi da diverso tempo, persino prima della pandemia che ha sconvolto e messo in ginocchio il mondo intero a partire da fine dicembre 2019. Con l’aumento dei casi giovanili si è deciso di “lucchettare” nuovamente qualsiasi sala da ballo dal 17 agosto fino al 7 settembre, sia all’aperto che al chiuso.
La decisione era stata inizialmente presa da regioni singole che avevano riscontrato dei focolai scoppiati all’interno di alcuni locali, ma in seguito ad una riunione tra Governo e Regioni è stato deciso di estendere la chiusura a tutta la penisola.
Il Ministro della Salute Roberto Speranza si è mostrato molto preoccupato per questo innalzamento della curva che vede come protagonisti i giovani, l’appello: “non possiamo vanificare i sacrifici fatti nei mesi passati”.
La movida era stata già al centro di varie polemiche per via degli assembramenti e delle mancate misure di sicurezza, tanto da stringere la cinghia con i controlli. Soprattutto nella nostra città la sindaca Raggi ha coinvolto le forze dell’ordine locali con tantissime ispezioni concentrate soprattutto durante i giorni festivi nelle zone principali della movida romana, contrastando alcune irregolarità.
In particolare a Roma Nord sono state contestate nelle varie zone frequentate dai ragazzi inosservanze in merito ai protocolli di prevenzione del nuovo Coronavirus, portando alla chiusura temporanea le attività che animano Ponte Milvio e Trastevere.
Durante il mese corrente era stata chiusa per 3 giorni una nota discoteca in cui era stato addirittura rilevato un numero superiore a quello concesso sempre secondo quanto disposto dalle misure di sicurezza, oltre al mancato uso della mascherina tra i frequentatori del locale e nessuna distanza di sicurezza. Anche sul web dove erano girate immagini di famose discoteche sparse per l’Italia con i clienti nella calca, era stata accesa la polemica per quanto riguarda la movida.
Alla fine la decisione finale è stata quella di chiudere e ovviamente non sono mancate le lamentele soprattutto da parte dei lavoratori del settore che si trovano di nuovo senza un lavoro, tanto da chiedere un ricorso al Tar.
Il presidente del Silb Filp ha dichiarato all’ANSA: “Il Governo si è dimenticato di questo settore, ma abbiamo detto al ministro Patuanelli che se da parte sua ci sarà un impegno serio per aiutare economicamente tutte quelle discoteche che non hanno più riaperto dal 23 febbraio, siamo disposti a ritirare il ricorso al Tar”. La Tar della regione Lazio nel frattempo ha già respinto il ricorso.
Per il momento sui social i lavoratori del settore si autodefiniscono il “capro espiatorio” della pandemia.