Con questo articolo comprendiamo il comportamento del polo geomagnetico (ovvero il punto in cui il dipolo magnetico, che non coincide con quello geografico, interseca la superficie terrestre) nel passato, come è di fondamentale importanza per interpretare alcuni fenomeni che possiamo osservare oggi.
Come evidenziato dai recenti dati geomagnetici, infatti, negli ultimi anni si è assistito ad un veloce spostamento del polo nord magnetico (ovvero il punto della superficie terrestre verso cui “tende” l’ago di una bussola che si trova nell’emisfero boreale) verso la Siberia e ad una migrazione più lenta del polo sud verso la costa della Terra Vittoria in Antartide.
Un fenomeno che ha impressionato studiosi e grande pubblico più per la velocità di accadimento che per lo spostamento in sé. In realtà c’è da preoccuparsi relativamente, nel passato del nostro Pianeta i poli si sono sempre spostati e addirittura si sono anche invertiti come testimoniano diversi studi di paleomagnetismo.
Proprio recentemente, una ricerca condotta da un team di scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale ha portato alla ricostruzione del movimento del polo geomagnetico nell’Olocene, ovvero nell’attuale epoca geologica che ha avuto inizio circa 11.700 anni fa. I risultati (pubblicati sulla rivista scientifica Quaternary Science Reviews) hanno dimostrato il movimento variabile e sostanzialmente imprevedibile del polo geomagnetico nel passato.