FEMYA: “SONO LUSINGATA DI AVER POTUTO CONTRIBUIRE CON LA MIA OPERA A CREARE CULTURA IN UN TERRITORIO DI PERIFERIA ROMANA DOVE L’ARTE NON ARRIVA COSI FREQUENTEMENTE”
LORIS SCIPIONI: “STIAMO ORGANIZZANDO UN CALENDARIO RICCO DI INIZIATIVE CULTURALI, PRESENTAZIONI DI LIBRI, PROIEZIONI DI FILM, MOSTRE DI OPERE D’ARTE E CORSI DI FORMAZIONE A LARGO RESPIRO, OVVIAMENTE TUTTO GRATIS”.
La grande sala convegni di What’s Up!Media si arricchisce di un capolavoro d’arte, un opera realizzata da una giovane artista, una promessa romana, Federica Raso, in arte Femya “Sono una Mural designer, nonché artista del termosifone” cosi ama descriversi,
andiamo a conoscerla meglio, “dipingo da quando avevo 10 anni, già da subito sentivo la forza del pennello, l’imprinting che lui stesso esercitava su di me e ancor di più sul mio umore era forte e ricco di energia. Sono un artista con una storia da sognatrice, sono cresciuta da ribelle e da libera pensatrice, con l’obiettivo di trovare il mio posto nel mondo anche andando controcorrente, ringrazio la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto in tutto il mio percorso” – continua Femya – “la mia passione nasce grazie a mio nonno, un antiquario amante dell’arte, della letteratura, un ottimo scultore abile con il legno e divoratore di libri, una vera biblioteca umana di sapienza e di creatività. Grazie a lui ho imparato molto sull’arte, a scovarla, osservarla e a leggerla tra le righe per poterla poi raccontare e condividere con tutti. Quando mi immergo nell’arte il mondo mi appare più leggero, se dovessi fare dei paragoni con artisti e movimenti del passato mi identifico nell’ anima feroce dei fauves e in quella sbrigativa dei futuristi ballaniani, nelle poesie pittoriche impressioniste, nel contesto introspettivo di Caravaggio, nell’ incostanza emotiva di Van gogh, e per finire nell’entusiasmante esplosione cromatica di Leonid Afremov. Il mio sogno nel cassetto è quello di vedere un giorno esporre le mie opere a via Margutta. Il mio obiettivo è sempre stato quello di distinguermi, di spiccare affinché qualcuno mi notasse e leggesse in me e nelle mie opere la voglia di esprimere e raccontare. Per quanto riguarda la mia opera per What’s up!Media, sono lusingata di aver potuto contribuire con la mia opera a creare cultura in un territorio di periferia romana dove l’arte non arriva cosi frequentemente. Ringrazio ancora la testata giornalistica e il suo direttore Loris, per avermi permesso di realizzare i due cavalli a mio piacimento affinché tutti possano vederla. Questa è la base di ogni artista che si rispetti , capace di plasmare le sue emozioni ad un opera, custodendo però gelosamente il significato più profondo e veritiero , lasciando a tutti voi spettatori l’ entusiasmante possibilità di immedesimarsi nella stessa realtà di colui che l’ ha creata. – conclude Femya – Spero sia la prima di tante opere che realizzerò nella periferia romana e a disposizione di tutti. Grazie Ancora a What’s up!Media.”