Sono trascorsi più di 40 giorni e gli abitanti di Osa e delle zone limitrofe hanno potuto assistere alla riapertura del ponticello in data 24 maggio. Il ponte sorge all’altezza del numero civico 1815 della Prenestina, la costruzione è antica costituita da tre archi con una luce complessiva di 14 metri e una larghezza di 9 metri. Dalle misure si evince che non si tratta di un ponte di notevole portata, al contrario, è una struttura di piccole dimensioni, ma nonostante tutto la chiusura ha recato seri problemi perché serve una parte del territorio di Roma Est di altissima affluenza veicolare. Il 5 aprile come è già noto a molti, si è aperta una voragine di 2×1.50 metri sul manto stradale del ponte. Le verifiche tecniche hanno dimostrato che a cedere è stato l’arco centrale e che probabilmente a causare il danno sono state le radici di un fico selvatico e le incessanti piogge di quei giorni. Per questioni di sicurezza il ponte è stato interdetto al traffico pedonale e carrabile. Il SIMU ha provveduto a inviare due operai per pulire a mano le due arcate laterali che risultavano completamente ostruite da detriti di diversa natura, per capire quali fossero le condizioni generali del ponte e verificare l’eventualità di aprire l’area al traffico pedonale, in modo da non isolare completamente la zona. Successivamente sono state sostenute prove di carico che hanno permesso di dichiarare carrabile al traffico veicolare la parte di ponte non interessata al cedimento. L’Ingegner Fabio Pacciani, Urbanistica del Comune di Roma, ha riferito in commissione che sono state condotte prove di carico con due autocarri di 38 tonnellate. Il risultato delle sollecitazioni di collaudo è stato dell’ordine del centesimo di millimetro, ossia a struttura caricata/scaricata la deformazione massima è stata quella di un centesimo di millimetro rientrante nei termini previsti dalle norme di legge. La capacità portante della parte del ponte riaperta al traffico a senso alternato è assolutamente garantita. Nel frattempo è stata affidata la progettazione delle opere di ripristino che però per essere avviate necessitavano di analisi sulla stabilità del ponte. Il senso unico alternato è solamente una soluzione provvisoria. La Giunta Raggi ha pensato anche a rimedi alternativi come la realizzazione e la messa in opera di un ponte Baylei o similare, qualora non fosse stata dichiarata carrabile l’altra carreggiata del cavalcavia. Nessuno ad oggi sa dire con certezza se la scelta del senso unico alternato sia la soluzione migliore, però secondo quanto esposto dall’Assessora Margherita Gatta, il Comune deve valutare il corretto rapporto costo/benefici, conciliare l’interesse pubblico con la spesa pubblica e accertare la necessità di mettere un ponte Baylei o procedere per un periodo di sperimentazione di traffico con la carreggiata a senso unico. Qualora si optasse per la costruzione di un ponte Baylei, afferma Roberto Romanella Presidente del VI Municipio, sarebbe una versione moderna che permetterebbe il transito a doppio senso. Intanto è stata installata l’apposita segnalazione per il traffico e un semaforo che regolamenti il transito alternato. La carreggiata veicolare è affiancata da un percorso pedonale e ciclabile. Il ponte nel frattempo sarà ristrutturato e, secondo il parere dell’Ingegner Pacciani, per poter beneficiare di tutto questo occorrerà aspettare almeno un mese.